Cannabis terapeutica Balbo rilancia l’appello 

Dal palco del festival Emergency continua la battaglia del meranese «Questa terapia mi ha salvato la vita, ma è ancora ostacolata dalle leggi»


di Jimmy Milanese


MERANO. Serata di musica acustica, a Ferragosto alla festa di Emergency che fino a sabato proporrà concerti e gastronomia a scopo benefico. Spenti i box, si sono accesi i riflettori sul palco minore, e l'occasione è stata una conferenza sull'uso della cannabis a scopo terapeutico. A parlarne, Roberto Pittini, medico terapista del dolore, assieme al meranese Stefano Balbo, vicepresidente del Cannabis Social Club di Bolzano. Primo in Italia, da ormai 13 anni Balbo fa regolare uso di cannabis per curare la sclerosi multipla dalla quale è affetto.

«Datemi un'ora di tempo per spiegare come funziona, da un punto di vista medico, la cannabis a scopo terapeutico – spiega Pittini - esattamente quello che devo fare con tutti i miei pazienti che ne fanno richiesta. Quindi Stefano Balbo vi spiegherà i benefici dal punto di vista di un utilizzatore», esordisce il dottore di fronte a un folto pubblico. Il maggior problema di questo preparato a base di derivati di cannabis, è proprio il riflesso che porta comunemente ad associare l'uso terapeutico a quello ludico. «Niente di più sbagliato! Dobbiamo lavorare su questo, perché la canapa non è composta solo da THC, ovvero il principio attivo stupefacente – spiega Pittini - ma da decine di altri principi attivi che hanno effetti benefici in un una serie di patologie che, altrimenti, devono essere trattate con morfine ed oppiacei». Le differenze? Se gli oppiacei portano a forme di dipendenza, ciò non accade con i derivati della cannabis «ma spesso i medici non lo sanno, quindi per difetto di informazione, i miei colleghi di norma non prescrivono questi prodotti» Purtroppo, spiega il terapista, per una serie di difficoltà tecniche non c'è ancora una quantità di studi sufficienti a dimostrazione della efficacia dei preparati a base di cannabis, attualmente utilizzati principalmente nella terapia del dolore in pazienti affetti da sclerosi, dolori neuropatici e terapie palliative in malati oncologici. Ultimamente, preparati a base di cannabis iniziano ad essere impiegati anche nei casi di epilessie infantili resistenti, addirittura, in sostituzione di terapie multi farmacologiche.

E sugli effetti pratici dell'assunzione dei preparati a base di cannabis, è Balbo a spiegarne l'efficacia: «Li assumo da tredici anni, ero farmaco resistente, avevo paura della mia malattia, ma oggi posso dimenticarmi dei miei problemi, ho riacquistato la vista, anche se reperire la cannabis terapeutica legalmente in Italia diventa sempre più difficile». Questo mese, spiega Balbo, per via di una legge che limita l'importazione di queste sostanze «devo assumere il 50% della dose prescritta, perché in Italia siamo fermi a quei miseri 350 kg di cannabis all'anno. Insufficienti per il numero di pazienti». L'evidenza spiega una generalizzata confusione tra cannabis a fini terapeutici e a scopo ludico, quindi, con una buona parte della medicina italiana contraria, se non scettica circa l'efficacia di queste terapie. «In regione eravamo in sei con la mia patologia – conclude Balbo – e solo io ho iniziato a curarmi con cannabinoidi. Tutti gli altri non ci sono più, io sopravvivo, e bene. Lo posso testimoniare io: la canapa mi ha guarito l'anima e mantenuto in vita».













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