Centri sciistici «minori», Unibz studia Plan 

La frazione della val Passiria al centro di una ricerca degli studenti su economia ed ecologia



MOSO IN PASSIRIA. Una ventina di studenti della laurea magistrale internazionale in Environmental Management of Mountain Areas (Gestione ambientale delle aree montane) della Libera Università di Bolzano, sotto la direzione del professor Stefan Zerbe, stanno indagando le regioni alpine più remote e la loro economia ed ecologia legata agli sport invernali, sull’esempio della frazione di Plan, nel comune di Moso in Passiria.

Plan, in Alta Val Passiria, rappresenta una delle aree pionieristiche degli sport invernali locali. Dopo l’inaugurazione degli impianti sciistici nel 1965, la piccola località di montagna si è affermata con determinazione nel panorama turistico del territorio, e, come tante piccole località sciistiche e impianti di paese, contribuisce a mantenere in vita la comunità grazie a cicli economici circolari in località periferiche. «L’interesse degli studenti per le zone alpine periferiche è davvero grande e gli esempi pratici in Alto Adige si prestano a essere analizzati come esempi di buona prassi», spiega Stefan Zerbe, docente della facoltà di Scienze e tecnologie, nonché organizzatore del workshop che si è tenuto di recente nel cuore della val Passiria. I giovani studenti hanno avuto l’opportunità di esaminare un piccolo comprensorio sciistico altoatesino e la sua gestione ambientale ed economica interrogando direttamente gli abitanti e gli amministratori di Plan. «Ringraziamo il sindaco di Plan, Gothard Gufler, che si è reso disponibile a ricevere i giovani, e Luis Hofer (ex direttore degli impianti di Plan) e Hannes Kneissl (l’attuale direttore tecnico) per la loro disponibilità a condividere esperienze e sfide del presente e del futuro».

I circa 40 piccoli comprensori sciistici dell’Alto Adige sono già oggetto di ricerca, dal punto di vista ambientale, nell’ambito del dottorato di ricerca della Libera Università di Bolzano. Il loro valore in termini economici e sociali è invece oggetto di ricerca alla facoltà di Scienze della formazione di Bressanone sotto la guida di Susanne Elsen. Martha Gärber, dottoranda Unibz, per la sua tesi si è concentrata proprio sulla dimensione sociale degli impianti di risalita nei villaggi e nelle piccole aree sciistiche, ma anche sulle loro prestazioni in termini di sostenibilità e impatto sull’economia locale. Sara Casagrande Bacchiocchi, dottoranda della facoltà di Scienze e tecnologie, invece si è occupata della problematica della gestione dell’innevamento artificiale e di come questo possa incidere sulla biomassa e sulla biodiversità delle piante e sul suolo.

Il lavoro scientifico della Lub punta a guadagnare attenzione verso i piccoli centri montani. «Il duro lavoro quotidiano per mantenere in vita i piccoli centri sportivi invernali genera ormai un’eco che va ben oltre la dimensione locale – afferma Zerbe –. Questi infatti hanno un ruolo importante per lo sviluppo di giovani talenti e del turismo e per prevenire il rischio di spopolamento nelle zone periferiche».















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