la denuncia di urzì 

Cisterne mezze piene, allarme sicurezza alla Solland

MERANO. L’ordinanza del presidente della giunta provinciale Arno Kompatscher che disponeva lo svuotamento delle cisterne contenti il triclorosilano alla Solland di Sinigo scadrà il 30 ottobre. Ma,...



MERANO. L’ordinanza del presidente della giunta provinciale Arno Kompatscher che disponeva lo svuotamento delle cisterne contenti il triclorosilano alla Solland di Sinigo scadrà il 30 ottobre. Ma, stando a quanto fa sapere il consigliere provinciale Alessandro Urzì, sembra che solo la metà dei silani presenti siano stati smaltiti, a causa degli inevitabili ritardi nel rimettere in moto gli impianti fermi oramai da molti anni.

I rischi conseguenti al mancato smaltimento del triclorosilano e la mancanza di informazioni a riguardo a meno di una settimana dallo scadere dell’ordinanza hanno indotto Urzì a presentare un’interrogazione urgente al presidente della Provincia.

«Anche perché queste sostanze sono estremamente pericolose in caso di fuoriuscita accidentale – prosegue il consigliere – e un impianto abbandonato per la seconda volta potrebbe essere una fonte di insicurezza gravissima. Si ricorda infatti che la Provincia è intervenuta per obblighi connessi alla garanzia di massima sicurezza delle persone. La presenza di materiali potenzialmente pericolosi per la salute della popolazione e l’incertezza su modalità e tempi di smaltimento richiedono una immediata presa di posizione delle Provincia».

La procedura di smaltimento in atto prevede infatti la trasformazione in loco del triclorosilano in policristallo che viene poi messo in vendita dai curatori fallimentari. Una procedura definita sostanzialmente sicura. «Ma se gli impianti vengono spenti, più della metà dei silani presenti rimarrà nelle cisterne. Una prospettiva preoccupante – dichiara Urzì – che richiede la proroga dell’ordinanza fino al completo svuotamento degli impianti, anche perché una volta spenti i macchinari, la ricollocazione sul mercato degli stabilimento di Sinigo diverrà molto più difficile. Ricollocamento che non sembra più ostacolato dai vincoli di bonifica che non sarebbero più in capo ad eventuali acquirenti: anche su questo punto la Provincia dovrebbe chiarire ogni dubbio».













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