Città sporca, i residenti si rimboccano le maniche 

L’iniziativa nata dal basso. Al culmine l’esasperazione per i rifiuti abbandonati I cittadini fanno quadrato e organizzano giornate dedicate alla raccolta delle immondizie


Noemi Comel


Merano. Strade e passeggiate sporche e cumuli di rifiuti quasi perenni, data la frequenza con cui i sacchetti delle immondizie si moltiplicano a ridosso delle isole ecologiche. Così, i cittadini decidono di fare da sé, rimboccandosi le maniche e provando a mettere un argine al degrado imperante, frutto della maleducazione e di un consumismo ormai all’eccesso.

A lanciare un’iniziativa simile a quelle già in atto in molte altre località è stata Melanie Plattner, creando – come oggi si fa sempre più spesso – un gruppo Facebook, “Raccolta rifiuti Tappeiner e altre zone interessate”. L’iniziativa è nata dall’idea di rendere, per quanto possibile, la nostra città più pulita e di eliminare i rifiuti sparsi sulle strade e sui marciapiedi. Il progetto consiste nel formare un gruppo disposto a raccogliere i rifiuti che vengono abbandonati sulle strada. Il primo incontro avverrà a settembre, nella zona della passeggiata Tappeiner, tra la torre polveriera e la zona sottostante, lungo il sentiero. In questa zona, spesso, vengono lasciati rifiuti di ogni tipo, tra cui bottiglie di plastica, lattine, cartacce varie. Addirittura, molte volte si trovano sacchetti interi pieni di spazzatura di ogni genere, probabilmente residui di coloro che festeggiano durante le ore notturne.

Nel corso dei mesi a venire verranno organizzate altre giornate di raccolta di rifiuti in diverse zone di Merano, che per ora sono ancora da stabilire. Plattner che ricorda quanto anni fa la nostra città fosse più pulita: «Oggigiorno – aggiunge – fa male vedere la nostra bellissima città sommersa sempre di più dalla spazzatura. Noi cittadini possiamo contribuire a renderla più pulita raccogliendo ciò che altre persone incivili gettano senza scrupoli».

L’iniziativa è piaciuta talmente tanto che pure l’Asl si è offerta di aiutare, offrendo guanti, sacchi, pinze e tutto il necessario affinché i volontari possano raccogliere i rifiuti che rimangono a terra. A fine giornata, il giorno di attuazione del progetto, verrà fatta la pesa di tutto il materiale raccolto, affinché si possa mostrare quanta sporcizia rimane abbandonata. «Merano è una città con vocazione fortemente turistica – conclude Plattner – ed è un peccato vederla così sporca, dare questo biglietto da visita. Ed è un dispiacere anche e soprattutto per noi residenti».

Il Wwf ha contato sulla superficie terrestre 238 ecoregioni, ambienti a rischio che da soli comprendono il 90% della biodiversità mondiale. L’Italia, uno dei paesi più ricchi di ambienti, piante e animali, è inclusa in due delle 238 ecoregioni del pianeta, cioè quella delle Alpi e quella del mar Mediterraneo. A determinare la necessità di preservare questi ambienti, tutelandone la flora e la fauna, è l’inquinamento dovuto alle emissioni di gas nocivi. Di qui, il surriscaldamento del pianeta e un cambiamento climatico oramai sempre più tangibile, con fenomeni mai visti per frequenza e per impatto. Con questi, sofferenze, perdita di vite, sconvolgimento degli ecosistemi e della ricchezza di biodiversità che sostengono la vita. Per questo motivo è nato anche il “Fridays for Future”, lo sciopero globale per il clima originatosi dalla protesta della sedicenne svedese Greta Thunberg. L’obiettivo primo di Thunberg era quello di forzare il governo svedese a tagliare le emissioni di anidride carbonica del 15% ogni anno. Il grande movimento studentesco dei Fridays for Future, negli ultimi mesi, ha coinvolto migliaia di ragazzi che hanno scioperato ogni venerdì riunendosi in molte piazze d’Italia, tra cui anche Bolzano, chiedendo azioni concrete contro i cambiamenti climatici e reclamando il loro diritto al futuro. Perché la tutela del pianeta passa anche di qui: l’abbandono di rifiuti spesso porta all’inquinamento del terreno e delle falde acquifere, con conseguenze che si riverberano anche sulla salute umana. E l’accumulo di imballaggi dovuto a una sempre più insistente produzione porta anche a situazioni come quella delle strade meranesi.













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