L'INTERVISTA aris deflorian 

Commercio: «Ha chiuso solo chi l’aveva già deciso» 

La ripresa. I contributi statali e provinciali e il ritorno dei turisti fanno sperare Confesercenti I buoni del Comune? Un’idea per convincere la gente a uscire. Ma sarà l’autunno il banco di prova



Merano. Dopo tre mesi di blocco delle attività risalire la china è faticoso. Soprattutto se alla necessità di coprire i costi fissi si aggiungono le variabili di una presenza turistica contingentata, della procrastinazione dei saldi nei negozi fisici, di una ridotta capacità d’acquisto della clientela. Ma i commercianti meranesi resistono: «Col coronavirus hanno chiuso definitivamente pochissimi di noi. Generalmente si tratta di chi già aveva deciso che presto avrebbe messo fine alla propria attività», spiega Aris Deflorian, responsabile del commercio fisso per la Confesercenti meranese.

Come procede la ripresa?

Non siamo entrati subito a pieno regime, soprattutto non chi lavora prettamente coi turisti, viste le restrizioni applicate agli ingressi. Solo negli ultimi dieci giorni abbiamo notato un ritorno dei visitatori. Bisogna anche metterci l’abbassamento della capacità d’acquisto dei clienti e, da parte nostra, una minore voglia di investire, viste le incognite del futuro.

Però ci sono stati contributi.

Vero. Quelli a fondo perduto dalla Provincia sono arrivati a tutti coloro che li hanno richiesti, e in questi giorni dovrebbero arrivare anche quelli statali. Alcuni hanno fatto mutui a tasso agevolato con garanzia assistita, anche se indebitarsi per sopravvivere non è mai la soluzione migliore.

Qualcuno ha chiuso definitivamente?

Pochissimi, soltanto chi già prima dello scoppio della pandemia propendeva per questa decisione, vuoi per problemi pregressi o per la sopraggiunta età della pensione. (Il presidente di Confesercenti Alto Adige, Federico Tibaldo, fa notare che la necessità di adeguarsi alla digitalizzazione è stata dirimente, ndr)

E i buoni da 15 euro del Comune che una volta spesi fruttano uno sconto del 15 per cento da impiegare anche in un altro negozio?

È una buona idea per aiutare la clientela a superare alcune barriere ancora persistenti, per esempio l’obbligo di sedersi a un tavolo divisi da pannelli di plexiglass.

Il Comune ha varato azioni per abbattere Imi e Cosap.

L’amministrazione è molto propensa ad aiutarci, poi bisognerà vedere come la cosa sarà gestita a livello nazionale. La questione Cosap interessa più che altro i ristoratori e chi installa espositori al di fuori dei propri locali.

Alle iniziative serali di cui sta parlando il vicesindaco i commercianti potrebbero allacciarsi?

Forse interessano di più la gastronomia, come già abbiamo visto coi martedì lunghi. E poi finché io, proprietario, “sacrifico” una serata per stare in negozio è un conto, ma se si tratta di precettare dipendenti ci sono ricadute sia per me col pagamento degli straordinari, sia per loro, che magari preferirebbero passare la serata in un altro modo.

Come per le aperture domenicali o festive, che a Merano non sembrano aver preso piede quanto nel capoluogo.

Avere la possibilità di tenere aperto è una buona cosa: come fai a vietarlo a chi ha dovuto chiudere per tre mesi? Poi c’è il lato etico. Condivido le parole del vescovo. La domanda da farsi è: “Quel giorno in più mi cambia davvero la vita?”. Consideriamo anche che molte persone pur di avere un lavoro sono obbligate a firmare contratti che prevedono il lavoro festivo. Merano comunque è diversa da Bolzano, lo si vede dal diverso atteggiamento il primo giorno di saldi. Qui forse manca il mood “giusto” per applicare lo stesso prolungamento d’orario.

A proposito di saldi: quest’anno partiranno solo il primo agosto, e nelle periferie della provincia il 15: è un bene?

Tutta la stagione è stata traslata, e speriamo che lo sia anche quella alberghiera. Che non si sia accorciata, ecco. Sarà l’autunno il vero banco di prova. Per quanto riguarda il commercio significa uno spostamento in avanti delle consegne, il che comporta però il problema dell’online: sul web i saldi cominciano prima, e questo è un incentivo a eludere i negozi fisici.

Lei però ha anche lo shop online.

Sì. Ma Merano ad averlo siamo una manciata. S.M.













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