«Contro i camperisti la lobby degli albergatori» 

Turismo. Enzo Coco, del Club altoatesino, accusa il Comune di snobbare chi viaggia su ruote «Mancano parcheggi dedicati, sebbene se ne potessero fare. Eppure noi spendiamo molto»



Merano. «Città molto meno significative della nostra fanno a gara per accaparrarsi i camperisti, che le statistiche dicono essere molto disposti a una spesa media procapite alta. Le fiere sono frequentatissime, il settore è in forte espansione. Chi viaggia in camper è un turista pregiato, ma Merano sembra snobbarlo». L’accusa proviene da Enzo Coco, membro del direttivo dell’associazione Camper Club Alto Adige. Centomila chilometri in poco meno di dieci anni. «Ma c’è chi viaggia molto di più», soggiunge.

I dati del camperismo.

L’Associazione dei produttori di caravan e camper e Ciset stimano che nel 2017 più di 4,2 milioni di italiani abbiano viaggiato in Italia in camper, caravan e tenda, generando 28,2 milioni di notti e un fatturato pari a 1,3 miliardi di euro. Valori in crescita: nel 2016 a viaggiare in Italia erano 4,1 milioni di italiani e 4,3 di stranieri. La spesa media dei turisti stranieri che hanno scelto la vacanza en plein air nel 2017 è cresciuta del 5,8 per cento rispetto al 2016. «Merano però rimane sorda a questo tipo di turismo – riprende Coco – che spende nei negozi, nei ristoranti, nei musei, nelle strutture pubbliche e private. Un tipo di turismo che è curioso, vuole scoprire, cerca le specialità del posto e che mediamente spende nei luoghi che visita. Ma la lobby degli albergatori è potente e cerca in tutti i modi di non favorire questi turisti pensando erroneamente di perdere pernottamenti». Per una “casa su ruote” si spende dai 40-50 mila euro in su: l’investimento allontana l’ipotesi di spendere per una camera d’albergo.

Merano non fa posto.

L’unica area di camper service, cioè di carico e scarico delle acque grigie e delle acque bianche, è a Sinigo, di fronte al depuratore. «Nessuno sa che c’è, perché i camper passano sulla MeBo e non lo vedono. Forse è anche meglio così, perché è in evidenti condizioni igienico-sanitarie precarie». Ma soprattutto, come evidenzia Coco, mancano aree di sosta: «Il campeggio di via Piave è sempre pieno. Ne abbiamo uno in val di Nova, l’unico adeguato e funzionante. Il Comune ha negato il permesso per un campeggio nella zona della latteria sociale adducendo la motivazione di non voler cementificare il verde esistente, quando si sa che le strutture dei campeggi non sono certo di proporzioni tali da poter temere questo fenomeno. La Commissione edilizia nel concedere l’autorizzazione avrebbe poi potuto dettare norme ad hoc. Nulla si è fatto per avere posti per camper al parcheggio provvisorio in via IV Novembre; dal progetto del parcheggio in realizzazione alla stazione di Maia Bassa sono stati inspiegabilmente cancellati. Nulla si è fatto della proposta di crearne nel parcheggio dell’ippodromo pure dopo il trasferimento dei mezzi della Sad. Nulla si è fatto per rendere decenti e disponibili tutto l’anno i posti creati in via Bersaglio». Un tampone potrebbe essere il progetto di un privato per un’area sosta a Sinigo, appena superato ponte Mangione. «Ma le cose stanno andando per le lunghe e comunque da solo non basterebbe: la Provincia ha imposto che le aree di sosta possano avere al massimo 20 posti».













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