Il museo civico Mamming resta a galla con i social  

Cultura in affanno. Video sui luoghi della storia a Merano e fotografie d’epoca postate online Tra le difficoltà sono nati il libro di Fogale e Ortner e tre mostre: quella sul 1920 la più importante



Merano. Chi durante questo anno infausto ha dimostrato maggiore inventiva sono i lavoratori della cultura, penalizzati dalle chiusure e portati a elaborare nuove forme di diffusione dei saperi. Ci ha provato sfruttando le piattaforme social il museo di palazzo Mamming, che nel proprio bilancio 2020, accanto alle sparute ma valide iniziative in presenza, inserisce il potenziamento dell’attività mediatica su Fecebook e su Instagram per continuare a essere per i meranesi un punto di riferimento nell’ambito della storiografia cittadina.

Online.

Le immagini d’archivio pubblicate online negli ultimi mesi, corredate di didascalie sintetiche, hanno affascinato tanti utenti. Così anche per i brevi video sul museo, in parte già disponibili su Facebook, in attesa di quelli dedicati al castello Principesco e all’archivio. Ci sono state però anche importanti iniziative “dal vivo”, a cominciare dalla presentazione in sala civica del secondo volume della collana “Merabilia” (gioco di parole tra il nome della città e il genere letterario dei mirabilia). Si tratta di “Meran/o - Storie di strade”, di Pietro Fogale e Johannes Ortner, libro di agile lettura che spiega e racconta l’odonomastica cittadina.

Mostre, Art Bonus, Avvento.

Oltre a partecipare insieme a molte altre realtà culturali locali alla Festa del racconto all’ex minigolf di via Innerhofer, il museo Mamming ha ospitato tre mostre. In primavera è stata aperta la più nota, “1920: Vaterland Österreich – Siamo in Italia!”, indagine sulla realtà cittadina e sugli aspetti storici del 1920 proponendo le immagini fotografiche della Collezione Ellmenreich. Quindi quelle ospitate al terzo piano del Mamming, “Tracks” (con le opere di Petra Polli) e “Nodus”, con opere di Greogor Prugger. Per conto dell’amministrazione comunale il museo di palazzo Mamming ha seguito anche nel 2020 il progetto Art Bonus, che ha visto la valorizzazione dell’area archeologica davanti al castello Principesco fra i progetti ammessi all’omonimo concorso nazionale. Un ulteriore intervento, anche questo previsto nell’ambito dell’iniziativa nazionale Art Bonus, prevede di dotare la facciata del museo di una particolare illuminazione notturna. Cosa che in questo mese di dicembre trova un piccolo saggio nell’allestimento del calendario dell’Avvento sulle finestre del palazzo di piazza Duomo, che ospitano le “Sfere dei desideri” realizzate da bambine e bambini in cura negli ospedali italiani nell’ambito dei corsi di ceramicoterapia della Fondazione Lene Thun Onlus. La Fondazione è presente anche a Merano con propri laboratori nel reparto di pediatria del Tappeiner, dove è stato anche creato il primo laboratorio permanente di ceramicoterapia. L’iniziativa è stata realizzata nell’ambito del progetto di valorizzazione natalizia del centro cittadino curato dall’Azienda di soggiorno.

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