Il progetto

In prima linea contro la tratta degli esseri umani: «Diamo una nuova vita a decine di donne sfruttate»

Grazie ad «Alba» nell’ultimo anno sono state salvate 61 donne. L’età media è di 27 anni, l’80% proviene dalla Nigeria. Sperano in una vita migliore e invece vengono costrette a prostituirsi. L’impegno di Volontarius ma anche del Consorzio sociale Consis e del gruppo «La Strada-Der Weg»

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Simone Facchini


MERANO. Arrivano attraversando le rotte della disperazione, nella fiducia di costruirsi un'esistenza migliore. Partite con tanta paura mitigata dalla speranza. Finiscono ricattate, loro e le loro famiglie. Vittime di tratta, spesso costrette a prostituirsi. Alba è il progetto che riesce a sottrarle dal gorgo. Alba può dar loro una nuova vita. Solo nell'ultimo anno, in Alto Adige, sono state salvate 61 donne.

Domenica il Centro per la cultura di Merano ha ospitato l'incontro che ha illustrato i vent'anni del progetto che include l'impegno di Volontarius, dell'associazione La Strada-Der Weg e dal consorzio sociale Consis. Oltre 1400 contatti con 671 persone coinvolte, 71 interventi di orientamento, 604 prestazioni sociali, 304 sanitarie, 179 legali. Quattro appartamenti protetti disponibili, 14 residenziali e 4 per emergenze. Dietro ai numeri ci sono storie, e sono quelle che svelano realtà agghiaccianti. Sono storie di giovani, in media hanno ventisette anni, che con nulla in mano partono dalla Nigeria, nell'80% dei casi è quello il Paese di provenienza, attraversano il Sahara, approdano in Libia. Se non finiscono nei bordelli libici, con le traversate sbarcano in Italia.

Per risalire, fino all'Alto Adige e poi più su. «Arrivano dopo aver contratto un debito con la rete criminale che si manifesta in due forme spiega Marina Bruccoleri, responsabile dell'area donna e pari opportunità della onlus La Strada. «La prima è la minaccia di ritorsione violenta nei confronti loro o dei loro familiari. La seconda si allaccia al voodoo. In Nigeria larga parte della popolazione è di religione cristiana, ma spesso questa si intreccia con tradizioni animiste e le ragazze vengono sottoposte ai dei riti che le "legano" all'organizzazione criminale».

Il reclutamento.
Le donne vengono reclutate soprattutto in ambiti di fragilità, tra le famiglie con poche risorse, dove emanciparsi è molto difficile. Tante di loro, la maggior parte, non hanno coscienza di cosa possa aspettarle. Volontarius crea un contatto che prelude a una valutazione. Sulla base della loro storia, vengono accompagnate da La Strada negli alloggi protetti. La coop Consis le prende per mano in un percorso formativo e di inserimento lavorativo. Integrazione, inclusione: si generalizza per necessità ma la coscienza impone di ricordare che ogni donna ha il suo vissuto e la sua identità. «Le ragazze possono provenire - continua Bruccoleri - da altre regioni italiane, così come noi ci affidiamo ad altre realtà del nord Italia, una rete extraterritoriale che mira alla tutela della vittima della tratta».

L'aiuto.
Approccio, inserimento, poi la fase tre: la formazione. «Anche negli aspetti più basilari: ricordiamolo, parliamo di giovani donne traumatizzate, catapultate in un incubo. Va loro spiegato il territorio in cui vivono, forniamo conoscenze su diritti e doveri. Importantissimo: arrivano senza documenti, dunque le accompagniamo nel percorso di regolarizzazione, nell'ottenimento del permesso di soggiorno. Imparano la convivenza con gruppi di altre nazionalità. È un cammino di accompagnamento socio pedagogico per integrarle agli stili di vita occidentali, per preparale a ottenere un lavoro, a partire dai corsi di alfabetizzazione, e per permetter loro di inserirsi nella comunità».

Solo una quota marginale di ragazze abbandona il progetto, «la stragrande maggioranza arriva alla fine del percorso che dura un anno e mezzo più eventuali proroghe, recidendo il cordone con lo sfruttamento. La difficoltà diventa poi trovare un alloggio, il lavoro ci sarebbe anche ma le paghe sono inadeguate al costo della vita, in particolare per gli affitti. E prima di un certo lasso di tempo non si ottengono i requisiti per accedere all'edilizia sociale. Diventa difficile parlare di inclusione sociale con stipendi da 1000 euro e affitti a 800».

Nelle scuole.
Da più di dieci anni, assieme al centro antiviolenza e all'Assb, il progetto Alba viene presentato nelle scuole a Bolzano per prevenire la violenza di genere di cui la violenza da tratta e lo sfruttamento sessuale fa parte. «È un progetto in cui crediamo fortemente. Sappiamo che a Merano la rete antiviolenza del Comune lavora molto e bene - conclude Bruccoleri - e magari riusciremo a realizzare insieme delle iniziative».













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