Tribunale

Riti voodoo: prosciolto dall'accusa di riduzione in schiavitù a Trento

La sentenza della Corte d'assise d'appello ha assolto Lawrence Saribo e il fratello, Harrison Atuma. I due erano rimasti coinvolti a diverso titolo nell'ambito di un'indagine sulla tratta di esseri umani, partita nel 2017 sulla base di una denuncia.

L'INDAGINE. Riti voodoo per costringerle a vendersi



TRENTO. A sei anni dalla prima condanna, la Corte di assise di appello di Trento ha prosciolto il 45enne di origine nigeriana Lawrence Saribo dall'accusa di riduzione in schiavitù, violenza sessuale e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Assieme a lui è stato assolto anche il fratello Harrison Atuma, di 34 anni, inizialmente condannato con rito abbreviato a tre anni per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

Nella sentenza la corte, presieduta dal giudice Ettore Di Fazio, ha sottolineato l'estraneità di entrambi nei confronti di fatti che sarebbero avvenuti in Libia prima del 2015. Le motivazioni verranno depositate nell'arco di 90 giorni. Saribo e Atuma erano rimasti coinvolti a diverso titolo nell'ambito di un'indagine sulla tratta di esseri umani, partita nel 2017 sulla base di una denuncia. Secondo la prima ricostruzione, i due uomini, attraverso l'appoggio anche di familiari e altri congiunti, avrebbero terrorizzato alcune donne attraverso i riti ju-ju (il voodoo nigeriano), riducendole di fatto in schiavitù. Saribo venne condannato a 12 anni di carcere nel 2018, scontandone quasi tre.

"Fin dall'inizio si è dichiarato innocente, ed ha deciso di rimanere in Italia anche dopo il rilascio, nel 2020, trovandosi un lavoro e rimanendo a vivere qui per dimostrare la propria estranierà ai fatti", ci ha spiegato, a margine, l'avvocato della difesa Nicola Zilio. 













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