L’African Soul combatte la crisi coi suoi laboratori

Merano. Qualcuno temeva che il coronavirus gli avesse sferrato un colpo micidiale. Invece no, l’African Soul è vivo. E si è pure messo a disposizione del Comune per fornire spazi e pasti alle mense...



Merano. Qualcuno temeva che il coronavirus gli avesse sferrato un colpo micidiale. Invece no, l’African Soul è vivo. E si è pure messo a disposizione del Comune per fornire spazi e pasti alle mense scolastiche, la cui riorganizzazione in vista di settembre è sulle scrivanie del municipio.

Riaperto un paio di settimane fa, il locale di via Petrarca sede del progetto di integrazione promosso dal Comune per il momento soffre la mancanza di un plateatico, molto più appetibile per la clientela estiva. Ma non si scoraggia: all’interno le norme anticontagio vengono rispettate, e qualche cliente – dagli affezionati ai curiosi – già sta tornando, soprattutto grazie ai workshop per bambini e per adulti che ci si svolgono. Il numero degli stagisti con background migratorio che normalmente l’African Soul forma per poi facilitare l’inserimento lavorativo e sociale per ora è ridotto a uno soltanto. Sperando che per quando il suo periodo di formazione si concluderà, in autunno, un ristorante sia disposto ad assumerlo.

Intanto il ristorante-progetto ha optato per una piccola espansione, sempre nel segno della solidarietà, unendosi al centro giovani di Lana nell’iniziativa del bar nella gola del paese (la “Gaulschlucht”). Complice l’ottima possibilità di distanziamento, a Lana va benissimo.













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