L’onda ambientalista si propaga nelle scuole 

I “colleghi” di Greta. Gli studenti: «Oltre che manifestare, vogliamo agire concretamente» Nelle superiori Einstein e von Miller bottiglie di vetro anziché di plastica e lotta allo spreco di carta



Merano. Va bene la partecipazione. Ben venga far sentire la propria voce manifestando. Però serve anche fare qualcosa di concreto. È il ragionamento, senza fronzoli e inattaccabile, che sta alla base delle iniziative di due scuole superiori cittadine, il liceo scientifico Albert Einstein e l’istituto tecnologico Oskar von Miller, volte a ridurre l’impatto ambientale nelle loro strutture e nella cornice del progetto “Scuole senza plastica”. Seguono quelle messe in atto dall’istituto comprensivo Merano 2 (medie Negrelli, elementari Pascoli, Galilei e Giovanni XXIII). Greta docet e i giovani meranesi apprendono: l’obiettivo è di ampliare la rete di iniziative a tutti gli istituti e pure di uscire dalle scuole per portare il messaggio nella quotidianità di tutti.

Nuovo erogatore.

Le azioni dell’Einstein e delle von Miller sono state presentate ieri in una conferenza stampa ospitata in sala giunta, alla presenza del sindaco Paul Rösch e dell’assessora all’ambiente Madeleine Rohrer. «Non stiamo a discutere se Greta sia manipolata o manovrata: di certo c’è che ha smosso le coscienze». Questo lo sfondo. Gianluigi Di Gennaro, insegnante, è il motore che ha dato vita a «un gruppo paritetico, nel quale docenti e studenti hanno uguale potere decisionale. Al tavolo sono nate le idee per ridurre lo spreco e per promuovere una più consapevole ed ecocompatibile gestione delle risorse e delle attività scolastiche». Prima misura, la sostituzione di un distributore di bottigliette d'acqua in plastica con un erogatore. Si utilizzano bottiglie in vetro acquistate grazie anche a un contributo stanziato dal Comune che ha coperto un terzo della spesa. Un’altra parte dell’investimento è stato saldato dalla scuola, 1 euro per la bottiglia (personalizzata con i loghi scolastici) viene richiesto ai ragazzi. «Ne abbiamo ordinate mille, 750 sono già state distribuite» precisa Romano Kohlmayer, braccio destro di De Gennaro. «La somma richiesta ai giovani per l’acquisto sarà reinvestita in nuove bottiglie». Anche i gestori del bar interno dello school village si sono impegnati a eliminare posate e piatti di plastica. E pure la macchinetta del caffè ora funziona anche senza bicchierini usa e getta, perché molti insegnanti e studenti si sono dotati di una propria tazzina. Inoltre, è stato bandito lo spreco di carta: ogni docente ha un budget limitato di fotocopie e gli studenti sono muniti di laptop che agevolano il raggiungimento dell’obiettivo.

Sui social e nei supermercati.

L'operazione “Scuola senza plastica” non si limita a coinvolgere la popolazione interna delle due scuole, che conta complessivamente 900 persone fra alunni, insegnanti e personale non docente «ma prosegue anche sui social media» spiega Jasari Nazmi, studente. «Su Instagram abbiamo creato il gruppo “nachhaltigeschule”che si propone di coinvolgere e sensibilizzare al tema della sostenibilità anche i nostri coetanei degli altri istituti scolastici cittadini». Si guarda per esempio ai vicini di casa dello school village, a partire dal Gandhi, ma il sogno è creare una rete che raduni tutti gli istituti meranesi. Non solo, il gruppo di lavoro sta progettando una settimana di presenza presso i supermercati per promuovere l’acquisto di prodotti alimentari privi di imballaggi di plastica.

Interesse crescente.

«Il movimento Fridays for Future ha fatto da sprone: oltre a manifestare volevamo fare», sintetizza il giovane Leon Illmer. A proposito, e a scanso di equivoci: i ragazzi svolgono tutte le attività in orario extrascolastico. «L’impegno dei ragazzi non è solo a parole, l’interesse è reale» chiosa l’assessora Rohrer. «E crescente: prossimamente una sessantina di studenti del Gymme saranno ospiti in municipio, perché vogliono conoscere i programmi del Comune a favore dell’ambiente». SIM















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