La Procura apre l’inchiesta Per ora non ci sono indagati 

Già oggi i primi interrogatori. Il direttore del Comprensorio Thomas Stecher si difende «La pista è stata aperta sulla base della valutazione della locale commissione valanghe»



Merano. «Questa è una terribile tragedia. Siamo tutti scioccati. I nostri pensieri e le nostre preghiere vanno alle famiglie colpite da questa tragedia. Faremo ogni sforzo per stare loro vicino».

E’ quanto dichiara in un comunicato stampa ufficiale, Thomas Konstantin Stecher, direttore delle Funivie Ghiacciai Val Senales il quale sottolinea che ogni giorno collaboratori esperti delle Funivie Ghiacciai, coinvolgendo anche la locale commissione valanghe, valutano la situazione prima di aprire le piste al pubblico. Così è stato anche ieri mattina.

«I nostri collaboratori - si legge nella nota - già la mattina presto hanno valutato la situazione ed è emerso che non c'erano pericoli. Se avessero avuto dei dubbi non avrebbero certo aperto la discesa a valle». Già oggi la Procura della Repubblica aprirà un fascicolo per avviare l’inchiesta sulle cause di una tragedia che avrebbe dovuto essere evitata. Pensare di essere travolti da una valanga mentre si scia in pista è un rischio che non può essere accettato.

Nessuno sciatore, nessuna famiglia può pensare di essere fortemente in pericolo di vita solo per aver scelto di trascorrere qualche ore sugli sci sciare lungo un tracciato valutato e gestito da esperti. Ecco perchè anche in questa occasione, come in altri casi, si andrà sino in fondo sulle possibili responsabilità di terzi. Comprese le valutazioni che ieri mattina ha fatto la locale commissione valanghe che ha ritenuto di poter dare il via libera all’uso della pista.

Le cause della tragedia dovranno essere individuate. Sulla base di quanto riportato dal comunicato ufficiale, secondo il direttore del comprensorio Thomas Stecher la tragedia potrebbe essere stata provocata da «cause di forza maggiore ma al momento non può essere escluso neppure che la valanga sia stata causata da sciatori fuori pista».

Un’ipotesi, quest’ultima, che per il momento però non troverebbe riscontri reali. Ieri nel primo pomeriggio, nelle ore successive la tragedia, gli agenti di polizia giudiziaria hanno già effettuato i primi sopralluoghi fornendo una prima serie di circostanze e di dati già nelle mani del Procuratore capo Giancarlo Bramante.

L’inchiesta entrerà nel vivo già nella giornata odierna. Oltre allo stesso direttore Thomas Stecher dovranno essere sentiti anche i componenti della commissione locale valanghe. Qualche elemento potrebbe non essere stato valutato in maniera adeguata come ad esempio la forza del vento.

E’ vero che ieri la temperatura era molto rigida a seguito del passaggio di un fronte freddo proveniente da nord, ma è anche vero che le previsioni avevano indicato un insolito quanto repentino aumento delle temperature poco prima di mezzogiorno.

Molto probabilmente un ruolo decisivo è stato giocato dal vento. «E’ possibile - rivela il procuratore capo Giancarlo Bramante - che già prossime ore da parte della Procura venga nominato un consulente tecnico in grado di fornire in tempi relativamente stretti una prima valutazione su eventuali responsabilità di terzi». Al momento - ha puntualizzato il procuratore - non ci sono indagati. La zona della tragedia è la stessa del caso che coinvolse, sotto il profilo giudiziario. Kuno Kaserer, all'epoca dei fatti aspirante guida alpina di Parcines accusato di avere provocato il distacco di una slavina in val Senalessciando fuori pista. In quel caso nessuno rimase sotto la valanga perchè la pista era stata chiusa ma Kaserer finì nei guai con l'accusa di aver provocato, col proprio passaggio, la valanga senza aver valutato con diligenza quanto segnalato anche dal bollettino della Provincia sul pericolo di slavine. Assolto in primo grado, venne condannato in appello a 8 mesi. La Cassazione confermò la condanna sottolineando che è sufficiente la prevedibilità dell’evento perchè si possa configurare il reato. MA.BE













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