La sentenza del tribunale getta ombre sul Put 

Lo scontro sulla mobilità. La decisione del Tar può fornire un grimaldello al prossimo governo  per rimettere mano a punti cruciali definiti dal Piano urbano del traffico. Gli attacchi di Civica e Svp


Simone Facchini


Merano. La sentenza del Tar che ha azzerato gli effetti del nuovo Piano urbano del traffico potrebbe rivelarsi un “bug” tale da cambiare volto alla strategia viabilistica cittadina. Molto dipenderà dall’esito delle votazioni: se la compagine Verdi/Rösch rimarrà al comando, il Put dopo qualche accorgimento con ogni probabilità potrà tornare a produrre i suoi effetti nella versione attuale. In caso contrario, un’eventuale nuova coalizione al governo potrebbe sfruttare l’assist per rimettere mano al Piano, anche in alcuni punti cruciali.

Dall’opposizione.

Ne è convinta soprattutto la Civica per Merano, la più ferrea oppositrice al Put che aveva osteggiato votando contro in aula e manifestando pubblicamente le ragioni del suo “no”. «Nel nostro programma di governo sono già previsti interventi sulla gestione della viabilità» spiegano il coordinatore Walter Taranto e la capogruppo Emanuela Albieri. «Ora la sentenza del Tar apre un’autostrada per rimettere mano a un Put che abbiamo da subito contestato perché, così com’è, lo riteniamo un’occasione sprecata. Se dovessimo far parte della prossima maggioranza, senza dubbio approfitteremo di questa opportunità». Infatti, sempre in attesa della scelta della giunta se ricorrere al Consiglio di Stato o percorrere altre strade, il Put dovrà tornare all’esame del consiglio comunale. L’esecutivo affronterà la questione nella sua prossima seduta.

La sentenza.

Il tribunale amministrativo ha contestato la mancanza della verifica di assoggettabilità alla Vas (Verifica ambientale strategica), vale a dire l’assenza di uno studio che decretasse la necessità o meno di produrre la Vas. Inoltre ha confermato una contraddizione di fondo sulla ciclabile bidirezionale prevista in via delle Corse. Grandi o piccole questioni, dipende dai punti di vista: fatto sta che il collegio giudicante, pur non mettendo in discussione l’impianto del Piano, lo ha annullato. «L’omissione di un documento di verifica ambientale, proprio da parte dei Verdi e su un lavoro da loro considerato un pilastro del quinquennio di legislatura, è una grave negligenza» continuano gli esponenti della Civica. «Al sindaco Rösch che liquida la faccenda parlando di “motivazioni formali” e all’assessora Rohrer che afferma che basterà tornare in consiglio per una nuova approvazione, rispondiamo che forse hanno fatto i conti senza l’oste. Perché se la nuova geografia dell’aula lo permetterà, così come è adesso questo Put non passerà». In altre parole: qualora la Civica divenisse forza di governo, il documento subirà cambiamenti anche sostanziali.

Interventi.

Per farsi un’idea di cosa potrebbe cambiare, ci si può rifare al programma della Civica e a quanto dichiarato un anno fa illustrando le ragioni della loro bocciatura al Put. «Siamo per una mobilità sostenibile, ma non si può demonizzare l’uso dell’auto privata che spesso è un’esigenza» avevano detto i consiglieri che poi avevano disapprovato vari punti fra i quali la riapertura del Corso superiore agli autobus del trasporto pubblico e il piazzale dei pullman previsto su piazzale Prader. Temi cruciali per il futuro della mobilità cittadina. Nel programma si etichettano come folli alcuni progetti come i semafori in via Schaffer e via Dante o l’inversione del senso unico di via Alpini, alla pari del semaforo in via Petrarca che deve sostituire la rotatoria all’incrocio con via Leopardi (a proposito: la fine dei lavori era prevista per inizio agosto ma le operazioni non sono ancora state ultimate).

Grimaldello.

Il ricorso presentato al Tar da Lydia Benedetti, titolare di una struttura ricettiva in via delle Corse, rappresentata dall’avvocato Sandro Manica, rischia dunque di fornire un grimaldello alle forze politiche che intendono scardinare il nuovo Put. Malgrado l’approvazione della scorsa estate, il “libro bianco” sulle strategie viabilistiche cittadine aveva provocato non pochi mal di pancia anche all’interno della stessa maggioranza. Che Karl Zeller, vice Obmann della Svp, abbia stigmatizzato il modus operandi e le convinzioni dei Verdi ponendo interrogativi anche sui contenuti del Put, la dice lunga sulla posizione della Volkspartei. Il sindaco Rösch e l’assessora Rohrer dal canto loro difendono a spada tratta la loro “creatura”. Non mancheranno altre scintille.

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