Le opere di Melchiori vivono in una mostra e in una nuova «casa» 

Le sculture non moriranno con il trasloco della Giardineria Restano negli scatti di Perbellini e nella sede dell’Est Ovest


di Simone Facchini


MERANO. Quel bassotto che attraversa l’angolo della casa. L’arrampicatore che mira a quei piedi che spuntano per bucare con la testa la parete a perpendicolo. Fanno parte della memoria collettiva meranese le sculture di Mario Melchiori. Il transito in via Innerhofer si declinava, a seconda dell’età del passante, in stupore, sorpresa, rassicurante presenza artistica.

Quando si è saputo che la sede della Giardineria comunale sarebbe stata sacrificata sull’altare del nuovo centro per lungodegenti costruito dall’Ordine teutonico, per rispondere a effettive esigenze, il pensiero di tanti si è rivolto a quelle sculture comprese destinate alle ruspe. Uno scorcio, ma sono quelle piccole cose che fanno da collante affettivo nelle trame di una comunità. A testimoniare quanto quelle opere potessero significare per la città e i meranesi ci sono almeno due iniziative. La prima è una mostra fotografica degli scatti di Davide Perbellini che documenta il canto del cigno delle strutture di via Innerhofer: sarà inaugurata oggi alle 18.30 al Centro per la cultura in via Cavour. La seconda è l’adozione da parte del club Est Ovest, il dinamico circolo culturale che nelle ultime due estati ha gestito il dirimpettaio spazio dell’ex minigolf, della scultura della donna che porta al guinzaglio il cane perforatore di pareti.

“Di quello spigolo ho un ricordo sin da quando ero bambino”. Perbellini, da quell’angolo, lo scorso giugno ha aperto l’obiettivo sull’intero ensemble della Giardineria, in procinto di essere abbattuto. Ha parlato con chi ci lavorava, con chi lo ha vissuto. Con i giardinieri, gli inquilini. Tra le serre e negli uffici. Nell’abitazione di Melchiori. Ha tradotto la sua esperienza in una selezione di dodici scatti. Nella mostra “Effimera”, il fotografo meranese rende visibile uno spazio che presto smetterà di esistere. È la mostra – fino al 29 settembre - di una storia di convivenza tra uomo e natura, finestre sul presente per ricordare il passato. “Queste fotografie rimarranno come archivio. Ricordo di quello che è stato, del lavoro dell’uomo e del verde che lo ha circondato”. L’esposizione è frutto di un lavoro di squadra. Il Centro per la cultura, in linea d’aria distante un centinaio di metri dall’area in questione, ha dato la sua disponibilità grazie all’interesse di Giorgio Loner. Curatrice è Carola Taverso. La 00A Gallery ha contribuito nella cura dell’allestimento con Andrea Salvà e Nicola Morandini.

La “signora col cane” dell’artista Melchiori nel frattempo è stata acquisita dall’Est Ovest. In attesa della nuova sede del club all’ex ristorante Bersaglio, si ipotizza dove collocarla per valorizzarla. A tutela della memoria collettiva meranese.













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