Il dibattito

Merano, bocciata la funicolare. Il Pd: «Più urgente levare la ferrovia» 

Il fronte del no all’opera ideata e fortemente voluta dalla Provincia ora fa l’elenco degli interventi prioritari: «L’eliminazione dei passaggi a livello ferroviari entro il 2026 e il raddoppio dei binari della linea Bolzano-Merano»



MERANO. Ma quale funicolare per Scena, sono ben altre le priorità dei meranesi sul fronte della mobilità e dei trasporti. A dirlo, a parole loro (ma la sostanza è questa), sono i vari componenti del fronte del no al progetto ideato, e fortemente voluto, dalla Provincia. Fronte del no che ha vinto la battaglia politica in consiglio comunale affossando, di fatto, l’operazione.

«Una maggioranza inedita rispetto a quella che attualmente governa la città di Merano», sottolinea il Partito Democratico. Il voto sul parere (consultivo) da inviare a Bolzano, riguardo il progetto della funicolare, ha rimescolato gli schieramenti in campo, ponendo sulla medesima linea forze e consiglieri che fino a poco prima erano avversari, cambiando fisionomia alla stessa maggioranza di governo, divisa fra il no del sindaco Dal Medico e il sì della sua vice Zeller.

«Il progetto della funicolare voluto dalla Provincia comporta vantaggi estremamente limitati sul piano della mobilità sostenibile, a fronte di molteplici concreti inconvenienti, anche sul piano ambientale; riteniamo di conseguenza che l’ingente investimento pubblico previsto non sia giustificato», le parole che oggi ribadisce il Pd. «Siamo convinti - prosegue - che altri progetti siano prioritari per la città di Merano e che gli stessi dovranno essere formalmente inclusi nel Piano di Mobilità Sostenibile della Provincia, con indicati i tempi di realizzazione ed i corrispondenti volumi stimati di finanziamento».

Fra questi, in cima alla lista, c’è l’eliminazione entro due anni (entro il 2026) dei passaggi a livello che oggi tagliano in due la città, creando disagio a automobilisti, pedoni, ciclisti.

Il no alla funicolare, deciso dal consiglio comunale, apre inevitabilmente nuovi scenari, per certi versi tutti da decifrare. L’assessore Alfreider, incassato il voto negativo del consiglio comunale meranese, mastica amaro e mette in guardia: «Il parere non era vincolante, ma ora è dura andare avanti con il progetto. Merano rinuncia a quasi 40 milioni del Pnrr, valuteremo investimenti altrove».

Non è dato sapere, dunque, cosa succederà e quali risorse eventualmente arriveranno a Merano per iniziative legate alla mobilità e ai trasporti. Il Pd, intanto, fa l’elenco delle priorità, sulla scorta di ciò che aveva fatto, in aula, la capogruppo Daniela Rossi Saretto.

Detto dell’eliminazione dei passaggi a livello del treno, altra priorità, legata sempre alla ferrovia, è il raddoppio dei binari della linea ferroviaria fra Bolzano e Merano, «da realizzarsi in toto, ovvero fino alla stazione ferroviaria centrale di Merano, entro l’anno 2030». Passo ulteriore, la realizzazione della nuova stazione ferroviaria da localizzare nel centro urbano di Sinigo, «i cui tempi di realizzazione non devono eccedere quelli per il raddoppio della linea ferroviaria Merano-Bolzano». E quindi il Centro di Mobilità alla stazione ferroviaria di Merano.

Altra priorità il deposito di Sasa per la decarbonizzazione della nuova flotta di autobus con stazione di rifornimento di idrogeno, «il cui posizionamento definitivo deve essere congiuntamente individuato da Comune e Provincia ed i cui tempi di realizzazione devono anch’essi essere congiuntamente definiti». Infine, il nuovo svincolo della Me-Bo, alla stazione di Maia Bassa «i cui tempi di realizzazione non devono eccedere quelli relativi alla realizzazione del deposito Sasa».

Il Pd, anche per bocca del segretario Giuseppe Panusa, chiede un tavolo di confronto «affinché i progetti vengano formalmente garantiti dalla Provincia». GL.M.

 













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