Occhi puntati sulla rete ciclabile 

Covid e mobilità. Dalla Fiab l’appello alla commissaria: «Non tralasci l’attenzione ai progetti avviati gli anni scorsi» Con la progressiva ripresa dell’economia si prevede la triplicazione dei percorsi in bici fra i 4 e i sette chilometri



Merano. Pian piano le attività economiche ripartono e le strade si fanno più frequentate. Ma il rischio di contagio rimane: il trasporto pubblico viene lasciato a chi non ha alternative. Chi può usa soprattutto la bicicletta, garanzia di distanziamento dagli altri utenti della strada, ma pure di trovare lungo il percorso interruzioni delle piste ciclabili e pericoli di vario genere.

La Federazione italiana amici della bicicletta (Fiab) lancia quindi un appello alla commissaria Anna Bruzzese a «non tralasciare quei progetti di ampliamento della rete ciclabile cittadina che la giunta precedente aveva avviato proponendosi di ridisegnare e ampliare la mobilità ciclistica con corsie apposite da una parte all’altra della città. Quello secondo noi era un buon punto di partenza che ora con il Covid dovrà essere esteso in tempi celeri. Auspichiamo dunque che i progetti continuino ad attuarsi e a moltiplicarsi secondo quest’ottica così importante, per la quale i nostri tecnici offriranno sempre la loro massima collaborazione».

Un piano ad ampio raggio.

Intento della Fiab altoatesina è di portare all’attenzione della cittadinanza e delle istituzioni la necessità di mettere in pratica una mobilità sostenibile a pieno raggio d’azione affinché si garantisca l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto quotidiano che contribuisca al mantenimento delle distanze fra le persone, alla riduzione dell’inquinamento, alla salute della popolazione e alla liberazione dello spazio urbano da destinare a scopi più utili alla socialità.

«Visti gli attuali limiti di trasporto dei mezzi pubblici – spiega il presidente Fabio Martorano – sarà opportuno insistere sulla bicicletta per gli spostamenti a breve e medio percorso. L’esempio del Comune, che in questo periodo ha assegnato un congruo numero di e-bike ai cittadini interessati (ben 82), va proprio nella direzione giusta. Ci congratuliamo per l’iniziativa perché la riteniamo una giusta strategia di coinvolgimento e un segnale di svolta di mentalità e di contributo alla crescita e allo sviluppo della qualità di vita dei cittadini».

Non scoraggiare l’uso.

Quel che Martorano e in generale la Fiab altoatesina vorrebbero, però, è anche «che non si sottovalutasse un altro fenomeno che coinvolgerà Merano a breve. Ci sarà infatti da prevedere un aumento esponenziale del numero di ciclisti che invaderanno le strade cittadine. Lo affermiamo sulla base del fatto che in questi mesi di lockdown le vendite di biciclette sono quadruplicate e i magazzini, i negozi non solo di Merano ma di tutta Italia e in Europa si sono svuotati. Pertanto se da una lato possiamo manifestare soddisfazione per la crescita della sostenibilità, dall’altra non nascondiamo un velo di preoccupazione per la rete ciclabile di Merano, che ancora è insufficiente. Si dovrà approntare una strategia di interventi al più presto per rispondere al fenomeno. I ciclisti potrebbero sentirsi a disagio, impauriti e scoraggiati dal vedersi costretti a condividere le strade con le auto e il traffico pesante. Non vorremmo che si tirassero indietro».

Infrastrutture adeguate.

Il problema è piuttosto serio. La Fiab prevede un doppio o addirittura triplo utilizzo della bici per percorsi che vanno dai 4 fino 5 e a 7 chilometri, anche su dislivelli importanti per via del boom di bici elettriche. Insomma, la geografia degli spostamenti cambierà. Chi si sia “convertito” alle due ruote ecologiche durante gli ultimi mesi, poi, probabilmente si è già accorto dei vantaggi: evitare traffico, code, costi e anche risparmio di tempo nella ricerca di parcheggio. Martorano conclude: «Servono infrastrutture adeguate: piste principali con direttrici lineari rapide e sicure collegate fra loro fin oltre i confini municipali. Servono poi passaggi ciclabili a maglie strette all’interno dei quartieri, parcheggi per bici distribuiti ovunque, luoghi coperti custoditi, collegamenti con i mezzi intermodali».













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