Residence Rösch, opposizioni all’attacco 

La Civica vuole vederci chiaro sulle procedure e sulla condotta del sindaco  Carbone: «Oggi i Verdi avallano, nel 2006 per un caso analogo protestarono»  


di Simone Facchini


MERANO. Nella centrifuga del “Residence Rösch” finiscono interrogativi e interrogazioni, volontà di trasparenza da parte dell’amministrazione e denunce di inopportunità politica da parte degli avversari. Non c’era dubbio che una delibera della giunta riguardante direttamente un patrimonio della famiglia Rösch - la proprietà è divisa tra il sindaco stesso e il fratello - avrebbe sollevato reazioni a catena.

In nome della trasparenza, dal municipio l’altro giorno era stato subito diramato un comunicato in cui veniva evidenziata la correttezza formale della procedura che, attraverso la modifica del Piano di recupero, consente l’apertura di una casa vacanza da sei appartamenti di categoria 4 stelle sotto i Portici inferiori. Nello stesso comunicato, Paul Rösch - fra il resto presidente della commissione edilizia - ha affermato che il residence è un progetto ideato dal nipote «che sarà responsabile della gestione della struttura e al quale, a breve, cederò la mia quota di proprietà dell'immobile».

Lavori dallo scorso inverno, deroga al Piano di recupero a luglio. Il Piano di recupero in vigore prevede che in centro storico il 60% della cubatura assegnabile debba essere destinata all'edilizia abitativa. Nel caso del “Residence Rösch”, la deroga per la destinazione turistica di tutti e sei gli appartamenti è arrivata nell’ultima seduta dell’esecutivo (martedì scorso, 10 luglio). C’è da dire, tuttavia, che quegli appartamenti sono già pronti e affittabili. La ristrutturazione era cominciata ancora nel corso dell’inverno, come documentato da foto postate sulla pagina Fb del residence a gennaio. Lo stesso sito internet della struttura ricettiva mostra gli appartamenti – ingresso dai Portici presso il negozio di Peter Rösch, fratello di Paul, alcuni affacciano su via Fossato Molini - già pronti per l’uso. Insomma un bel rischio imprenditoriale cominciare la ristrutturazione a fini turistici senza avere la certezza che la modifica al Piano di recupero sarebbe stato approvato. Anche se c’era il precedente del SuiteSeven, l’analoga struttura ricettiva sotto i Portici (della famiglia Siebenförcher) per la quale la giunta aveva dato l’ok.

Il perché di queste deroghe lo ha spiegato l’assessore all’urbanistica Rohrer: «L'amministrazione comunale sostiene questo genere di iniziative perché riportano nuova vita nei vecchi edifici e rendono più vivibile il centro storico anche quando uffici e negozi sono chiusi».

Tanti punti di domanda. Per verificare la correttezza delle procedure, l’altro ieri la Civica per Merano ha presentato un’interrogazione chiedendo documentazioni e domandando inoltre perché per alcune ore, sempre nella stessa giornata, la notizia riguardante il “Residence Rösch” fosse scomparsa dal sito del Comune salvo poi riapparire. Il segretario della Civica Andrea Casolari aveva già criticato la vicenda puntando il dito sull’opportunità di presentare un progetto avviato mentre si ricopre una carica di quello spessore. «Fra l’altro – aggiunge Casolari – se Rösch avesse ceduto al nipote la sua quota prima dell’operazione, avrebbe evitato gran parte delle polemiche».

A metterci della paprika è Vanda Carbone che evidenzia le differenze tra il passato dei Verdi all’opposizione e il loro presente al governo. Assessore dei Ds nella prima legislatura Januth, Carbone va all’attacco: «Coi Verdi nella stanza dei bottoni, la modifica di un Piano di recupero che coinvolge una proprietà del sindaco e la sua famiglia, è fatto normale. Peccato non ricordino il fuoco e fiamme che nel 2006 fecero dai banchi delle minoranze per un caso con diverse analogie, quando fu approvato il Piano di attuazione per il campeggio dell’Eremita dell’allora vicesindaco Cavagna».

Continua l’ex assessore: «All’epoca della discussione sul campeggio all’Eremita manifestai la mia opinione in merito, che resta la stessa oggi: i diritti dei cittadini vanno garantiti anche se ritengo che finché si rivestono certi incarichi politici sarebbe bene dimenticarsi di alcuni diritti personali. Chissà se gli amici Verdi possono dire lo stesso, ma anche gli esponenti di Alleanza per Merano». La stilettata arriva infatti anche a Nerio Zaccaria, pure lui al tempo all’opposizione (con Forza Italia) e oggi al governo, che votò contro il Piano d’attuazione del camping.

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