Egarter pronto all’addio dopo 30 anni di politica 

Ultimo mandato. Non si può più candidare alla guida di Sesto, «tra rammarico e sollievo» Ma in questi ultimi mesi c’è tanto lavoro da fare: la piscina, la scuola, gli impianti turistici...»


Fausto Da Deppo


Sesto pusteria. Alle elezioni comunali di maggio, a Sesto Pusteria non sarà in corsa il sindaco uscente, Fritz Egarter, che sta chiudendo il terzo mandato alla guida del Comune, l’ultimo appunto possibile.

“Ma sono anche alla fine di trent’anni di lavoro in Comune - precisa subito - prima in giunta, poi come vice sindaco, poi da primo cittadino”. La Val Pusteria saluta così un altro amministratore storico dopo l’annunciato stop all’attività in Comune arrivato da Guido Bocher, sindaco in scadenza di mandato a Dobbiaco.

Egarter, trent’anni e più e un addio con rammarico o con sollievo?

“Tutti e due. Quando parliamo di un periodo di tempo così lungo e così ricco di esperienze, di cose, di persone il rammarico è naturale. D’altra parte ho più di settant’anni e credo che sia arrivato anche il momento di smettere in Comune”.

Come Bocher a Dobbiaco.

“Sì, come Bocher. Lui però avrebbe potuto candidarsi ancora. Quella di non correre alle Comunali è stata una scelta da parte sua”.

I bilanci di trent’anni sono una cosa difficile da riassumere. Proviamo: più cose fatte o da fare?

“È stato fatto molto e tantissimo resta da fare. Ma non è adesso il momento di fermarsi e fare il punto. In questi ultimi quattro mesi da sindaco, conto di mettere a segno altri risultati, di fare ancora parecchio. Dopo si vedrà”.

Per esempio, quali sono gli obiettivi a breve?

“C’è la piscina da rifare, qui a Sesto, questa è una priorità e non c’è da aspettare. Ancora, c’è il progetto di ampliamento della scuola a San Candido, che portiamo avanti anche noi in collaborazione con il Comune della sindaca Burgmann...”

e gli impianti di risalita. Quel progetto che coinvolge il Comelico bellunese.

“Certo. Ne parlavo tempo fa con il sindaco di Comelico superiore e lui si diceva fiducioso. Dall’altra parte c’è il no del ministero dopo l’opposizione manifestata dalla Soprintendenza veneziana. Vediamo. Non credo che si possa mollare in fretta un progetto del genere. Ci sarà da lottare”.

Pare di capire che Lei è a favore degli impianti e del collegamento.

“Mah sì. L’impatto ambientale non mi sembra così forte e su questo aspetto si potrebbe lavorare. Il progetto, poi, è una bella cosa per il turismo. Penso all’Alta Pusteria, ma anche al Comelico, dove amministratori e popolazione infatti hanno anche dimostrato in piazza in favore del collegamento sciistico”.

Chi si candiderà per raccogliere il suo testimone?

“Ci sono tanti nomi, ma nulla di deciso. C’è ancora tempo per definire le cose. Certo, il lavoro di sindaco è sempre più impegnativo, richiede disponibilità, passione, tempo, la capacità di affrontare una serie crescente di problemi. Credo che non sia facile pensare di impegnarsi in Comune, soprattutto per un giovane”.

Questo per Lei non fa parte dei rammarichi nel lasciare.

“No, la burocrazia non mi mancherà. È stata talvolta un vero mal di pancia”.

Il primo ricordo di questi trent’anni amministrativi.

“Difficile dirlo così. È cambiato tutto, non solo in trenta, ma anche in quindici, in dieci anni. Negli ultimi dieci in particolare. Un ricordo non saprei indicarlo, adesso. C’è questo senso di crescente difficoltà nell’affrontare gli impegni. Fare il sindaco è un servizio alla comunità, ma è davvero sempre più impegnativo”.

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