Impiantisti pronti per il 18: «Finalmente una data certa» 

Conto alla rovescia in Gardena. Sicurezza garantita ma i bilanci della stagione si annunciano già in profondo rosso «Ma a questo punto per tutti noi la priorità è far lavorare i nostri collaboratori e far riprendere l’economia locale»  


Stefano Zanotti


Val gardena. “Mai così tanta neve dal 1990” ha dichiarato l’Arpav, l’Agenzia regionale per la prevenzione e la protezione ambientale del Veneto, e in effetti oltre due metri di neve imbiancano in questi giorni le Dolomiti. Ma la stagione sciistica 2021 deve ancora decollare.

In questo inverno 2021 segnato dall’emergenza Covid, che ha messo in ginocchio anche lo sci, c’è finalmente una data ufficiale per la riapertura degli impianti sciistici. A scriverla è stato il ministro Roberto Speranza, che ha firmato un’ordinanza in cui “si differisce l’apertura degli impianti sciistici non prima del 18 gennaio 2021”.

La riapertura è subordinata “all’adozione di apposite linee guida, dove tra l’altro saranno inserite nuove regole per impianti, prenotazioni e skipass, validate dal Comitato tecnico scientifico”. Quindi attenzione: senza l’ok del Cts, lo sci non riparte. Per essere ancora più precisi, nella nuova formulazione viene previsto che “l’apertura degli impianti nelle stazioni e comprensori sciistici potrà avvenire solo nella condizione in cui la Regione in cui si colloca l’infrastruttura impiantistica sia collocata almeno nella cosiddetta zona gialla con la rivalutazione della situazione epidemiologica”.

Igor Marzola, titolare della Piz Sella spa, snodo fondamentale del carosello sciistico della SellaRonda, è fiducioso e ottimista. “Buona notizia! Finalmente c’è una data certa, che ci consente di definire gli ultimi dettagli per riaprire in massima sicurezza – dichiara - Scalpitiamo da settimane per poter aprire. Di fatto siamo già pronti: neve abbondante come poche altre volte, piste perfettamente battute, protocolli di sicurezza pronti e collaboratori vogliosi e motivati per offrire il migliore servizio ai clienti locali e ospiti di fuori provincia. Ovvio che, almeno quest’anno - tiene a sottolineare Marzola - non si fanno i conti, ma per noi la priorità è far lavorare i nostri collaboratori e far riprendere l’economia locale, dare segnali di vita e trasmettere la volontà e la voglia di tornare alla normalità”. Una normalità spazzata via dalla pandemia e dalle misure conseguenti dettate dalla necessità di limitare i rischi di contagi da coronavirus: per lo sci sono stati determinanti nelle decisioni di una prolungata chiusura le valutazioni relative in particolare alle possibili code e ai possibili assembramenti alle casse e agli accessi agli impianti di risalita, in particolare cabinovie e seggiovie.

Armin Runggaldier, direttore della Seceda spa, uno dei comprensori storici della Val Gardena che collega i 1220 metri di Ortisei ai 2500 del monte Seceda, è a sua volta pronto per la riapertura. “Siamo chiusi dal 10 ottobre – dice – e pensavamo di poter aprire il 4 dicembre. Si erano creati tutti i presupposti per confermare quella data. Freddo e abbondanti nevicate sembravano poterci confortare in una stagione invernale comunque, ovviamente anomala. Invece decreti e provvedimenti e ordinanze l’hanno impedito”. “Siamo pronti per il 18 gennaio – riprende Runggaldier - se la Provincia lo consentisse potremmo mettere in moto l’organizzazione e la gestione degli impianti anche lunedì prossimo, l’11 gennaio, con tutti i protocolli del caso, obbligo della mascherina, acquisti online degli skipass (tramite un codice a barre si possono stampare nelle 7-8 casse previste alle stazioni a valle), distanziamento alle stazioni a valle. Grazie al Consorzio di valle, poi, possiamo assumere nuovo personale per informare i clienti sulle norme da rispettare”.

“ Queste 6-7 settimane perse – conclude Runggaldier – peseranno sui bilanci finali e, se consideriamo un terzo di stagione persa la primavera scorsa (quando l’emergenza Covid scoppiò nel pieno di un inverno ben indirizzato, ndr) e una stagione estiva comunque inferiore al solito, siamo messi a dura prova. E quando dico noi intendo anche tutti i nostri collaboratori con le rispettive famiglie”.

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