L'iniziativa

Le leggende della Ladinia nel patrimonio Unesco 

Partito dalla Badia, il progetto ha raccolto il sì dell’assessore provinciale Daniel Alfreider: «Bisognerà raccogliere tutta la documentazione, analizzarla con cura e formulare la proposta»


Ezio Danieli


VALLI LADINE. Le leggende ladine potrebbero entrare a far parte del patrimonio dell’Unesco fra i beni immateriali e godere quindi di alcuni privilegi che servono per tutelare e valorizzare questo aspetto particolare della Ladinia. L’idea è stata portata avanti del gruppo badiota dei ladini e ha ottenuto subito il parere entusiasta dell’assessore provinciale Daniel Alfreider, che, presente alla riunione in cui il progetto è stato illustrato, si è dichiarato deciso a sostenerlo.

“Sono stato informato direttamente dell’idea che ho fatto mia - ha confermato Alfreider - Ne ho già parlato con alcuni responsabili nazionali dell’Unesco, che mi hanno consigliato di estendere la proposta a tutti i ladini, da quelli che vivono all’ombra del Sella, a quelli del Friuli e nei Grigioni svizzeri. In ognuna di queste aree c’è un’ampia documentazione storica sulle leggende locali che risalgono fino all’epoca romana. Bisognerà raccogliere tutta la documentazione, analizzarla con cura e poi formulare la proposta per l’Unesco che dovrebbe inserire appunto le leggende ladine fra il patrimonio immateriale”.

L’obiettivo è realistico, ma ha bisogno di parecchio tempo per concretizzarsi. “L’importante per ora è che le leggende ladine abbiano incontrato l’interesse delle varie comunità con le quali ho già parlato - ha aggiunto Alfreider - e che sono disposte a lavorare assieme per raccogliere il vario materiale, per studiarlo accuratamente prima di presentare ufficialmente la proposta all’Unesco”.

Del riconoscimento Unesco, in particolare alla lingua ladina, si era parlato già nel 2014 in un incontro a Cortina d’Ampezzo, presenti delegazioni in rappresentanza dei ladini che vivono all’ombra del Sella. La lingua dei ladini, era stato detto in quell’occasione, deve essere tutelata per impedire che scompaia. La speranza è che l’Unesco diventi uno strumento per vivificare, attraverso il rapporto con scuole e territorio, la conoscenza e l’impiego di questa importante eredità. Ottenere il riconoscimento Unesco sarebbe un modo per non perdere la lingua ladina e per mettere in campo le iniziative necessarie a tramandarla alle future generazioni. I “beni immateriali” Unesco possono essere considerati anche le lingue che hanno necessità di essere salvaguardate. Il progetto era poi finito nel dimenticatoio, forse per colpa anche delle difficoltà burocratiche che aveva incontrato.













Altre notizie

l’editoriale

L’Alto Adige di oggi e di domani

Il nuovo direttore del quotidiano "Alto Adige" saluta i lettori con questo intervento, oggi pubblicato in prima pagina (foto DLife)


di Mirco Marchiodi
la promessa

Kompatscher: «Adesso basta: stop a case costruite per i turisti» 

L’emergenza abitativa. La risposta del governatore ai sindacati: «Gli alloggi nelle nuove aree convenzionate solo per residenti stabili». I rappresentanti dei lavoratori: «La zona di ponte Roma resti produttiva». Il sindaco: «Bisogna ampliarsi nei centri limitrofi»


antonella mattioli

Attualità