Patentino, tra i più bravi ci sono gardenesi e badioti 

Il modello paritetico consente ai ragazzi di fare più ore di italiano e tedesco L’ex preside Senoner: «In inglese, spesso, i nostri ragazzi sono ancora più bravi»


di Sofia Forni


VALLI LADINE. La scuola paritetica funziona: lo si vede anche dalla percentuale del superamento degli esami di bi- e trilinguismo nelle statistiche della provincia. L’Astat non ha fatto un’analisi solo per le valli ladine e ha messo la Gardena nel comprensorio Salto-Sciliar e la Badia nel comprensorio Val Pusteria. I miglior risultati per il livello B1 (ex. liv. C) sono stati raggiunti proprio dai candidati della Val Pusteria con il 50,8% e dalla zona Salto-Sciliar con il 50,3% di promossi. Ma anche negli altri livelli i risultati sono positivi: il B2 è stato superato dal 36,2% e il C1 dal 35,8% degli appartenenti al comprensorio Salto-Sciliar. Per quanto riguarda l’altro esame, cioè quello di ladino, è stato superato dal 78,6% dei ladini.

Una delle finalità delle scuole in Val Gardena e Val Badia è quella di conservare e promuovere la lingua ladina, cercando di raggiungere una competenza paritetica in tedesco e italiano. L’insegnamento viene svolto per lo stesso numero di ore nelle due lingue maggioritarie. Oltre alle due ore settimanali, il ladino viene usato in caso di problemi di comprensione.

Bruno Senoner, ex-direttore dell’Ite Raetia di Ortisei, ritiene che si tratti di un modello che funziona bene, soprattutto da quando è stata introdotta anche la quarta lingua nelle scuole elementari: l’inglese. Senoner cita – nella sua analisi – il confronto con scuole tedesche e italiane e i risultati dimostrano che i ladini raggiungono un buon livello di competenza nelle lingue.

L’ex sindaco e preside ha constatato che «gli alunni delle superiori in Val Gardena, reputano più prestigioso e utile l’insegnamento dell’inglese rispetto alle altre due lingue. Le insegnanti sono dell’avviso che bisognerebbe fare qualcosa di più per promuovere un maggiore interesse per l’italiano. In alcuni casi si registra addirittura un livello più alto dell’inglese rispetto alle altre due lingue. L’insegnamento del plurilinguismo con il passare degli anni è migliorato, oggi si guarda con interesse questo modello scolastico, che è aperto all’incontro con diverse realtà socio-linguistiche».

L’intendente scolastico delle scuole delle località ladine Roland Verra, che in autunno passerà il testimone, sottolinea che «l’uso costante di più lingue comporta non solo un’agilità interlinguistica, ma anche un’apertura interculturale. I bambini entrano in relazione con più lingue a partire dalla scuola materna». Imparano dunque a confrontarsi con realtà diverse sin da piccoli. «L’aspetto forse meno rassicurante – prosegue Verra – è che nelle scuole la lingua ladina rischia di passare in secondo piano. Si tende a privilegiare l’uso delle lingue maggioritarie».

In Val Gardena e Val Badia non tutti sono di madrelingua ladina, molte famiglie decidono di parlare con i propri figli italiano o tedesco, per agevolare l’apprendimento a scuola. Alcuni genitori invece decidono di rivolgersi ai figli in tutte e tre le lingue, per farli entrare in confidenza con i vari idiomi, sin da piccoli. Molte famiglie si sono trasferite in Val Gardena e Val Badia per motivi lavorativi e i figli frequentano la scuola plurilingue. Le situazioni sono molto diversificate e dunque diventa complesso riuscire a fare un quadro completo delle competenze raggiunte.

Verra sottolinea che «è molto frequente il passaggio involontario da un codice all’altro ed è compito delle istituzioni scolastiche riuscire a trovare un equilibrio ottimale nell’apprendimento e nell’uso delle lingue».

Di sicuro per molti è un modello di successo come dimostrano anche i dati sull’esame di bilinguismo.















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