Andreas Marth, il coraggio nel rogo vale una medaglia 

L’infermiere. Al riconoscimento al valor civile ricevuto da Ciampi  ora affianca la Croce al merito per l’intervento in un incendio l’anno scorso


Simone Facchini


Merano. Non fa certo difetto di altruismo e capacità di reagire alle emergenze. Andreas Marth nel 2004 era stato insignito della medaglia al valor civile per aver salvato due persone rimaste intrappolate nell’auto, tra le fiamme, dopo un incidente. Al suo fianco, ora potrà apporre una seconda onorificenza: la croce al merito tirolese che gli è stata consegnata nei giorni scorsi a Innsbruck, per un’altra azione coraggiosa, risalente al 26 settembre dell’anno scorso durante un incendio a rione San Vigilio. «È un riconoscimento che ho accolto con orgoglio. La gratitudine per avere fatto qualcosa per gli altri è il premio più bello», afferma Marth. Unendo la fierezza al suo lato più riservato che, dopo il primo episodio, l’aveva spinto a chiedere, ritirando la medaglia, di non chiamarlo eroe.

Il racconto.

Questa volta l’infermiere dell’Asl meranese, 46 anni, ha evitato che un rogo potesse degenerare portando in salvo parecchie persone. «Mi trovavo in un condominio di piazza San Vigilio per un intervento domiciliare – racconta - quando nella finestra di un edificio di fronte ho notato del fumo. Sulle prime ho pensato che qualcuno sarebbe intervenuto. Ma in breve la situazione mi è parsa fuori controllo e così ha deciso di passare all’azione. Ho suonato a diversi campanelli, qualcuno mi ha aperto l’ingresso principale». Marth è salito al primo piano, ha bussato alla porta dell’appartamento dove si stava propagando l’incendio, pensando a come sfondarla. «In quel momento la signora all’interno mi ha aperto. Era in stato di semi incoscienza, sotto shock. Ho verificato che non ci fosse nessun altro in casa per poi avvisare la vicina e portare tutt’e due all’esterno». Mentre allertava il 112 e urlava per le scale di uscire dagli alloggi e dal condominio, ha aiutato altre persone, che rischiavano di rimanere intossicate o intrappolate - ad affrontare i gradini e la coltre fumosa scendendo un paio di volte dal secondo e dal terzo piano. «Poi il fumo si è fatto troppo intenso – racconta ancora – e non sono più riuscito a salire».

Nel frattempo sono intervenuti i vigili del fuoco che hanno spento l’incendio e messo in sicurezza tutti gli inquilini. «Voglio spendere una parola anche per loro – aggiunge Marth riferendosi ai pompieri – perché fanno davvero molto per la comunità e il loro impegno non sempre viene adeguatamente apprezzato. Invece ricordiamoci che si tratta di volontari che spendono tante ore del loro tempo libero per prepararsi e sono a disposizione ventiquattro ore al giorno, ogni giorno dell’anno».

Il precedente.

Anche nel 2002 Marth aveva agito d’istinto, mettendo da parte il timore dei rischi che stava correndo. Sfidò le fiamme che stavano avviluppando un'auto ribaltatasi dopo un incidente e salvò la vita a due occupanti del veicolo. Per quel gesto, a Palazzo Ducale a Bolzano, due anni dopo venne insignito della medaglia di bronzo al valor civile, a lui conferita dal presidente della Repubblica di allora, Carlo Azeglio Ciampi.

Il messaggio.

La croce al merito del Tirolo l’ha invece ritirata sotto Ferragosto a Innsbruck, assieme ad altri altoatesini. «Mi avevano chiamato solo una decina di giorni prima, non me l’aspettavo. Ho fatto quello che in quel momento mi sembrava giusto. Ecco, purtroppo l’episodio mi ha lasciato un rammarico: l’inerzia di più persone, in quella circostanza, davanti alla situazione di emergenza. Chiedevo aiuto, senza trovare risposta». Quello di Marth è un’osservazione che sa di appello. «Anche nel mio lavoro, nel recarmi nelle case della gente che ha bisogno di cure, a volte negli ultimi giorni di vita, sempre più spesso mi trovo a confrontarmi con situazioni familiari dove l’umanità passa in secondo piano. Penso invece che serva ritrovare capacità di aiutare e sensibilità. Che alla fine è quello che conta».

©RIPRODUZIONE RISERVATA.













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