Bufera sui comitati di quartiere Rossi: «Con noi il dialogo c’è»

Merano. Il vicesindaco e assessore a quartieri e decentramento Andrea Rossi risponde al lungo comunicato con cui Luca Ciprian si accomiata dalla rappresentanza di Sinigo nel comitato di quartiere....



Merano. Il vicesindaco e assessore a quartieri e decentramento Andrea Rossi risponde al lungo comunicato con cui Luca Ciprian si accomiata dalla rappresentanza di Sinigo nel comitato di quartiere. Ciprian esplicita un tema sentito in città, una certa distanza delle amministrazioni che via via si sono succedute. Pur dando atto alla giunta attuale di un’apertura inusuale, il presidente uscente chiede un riconoscimento maggiore del lavoro dei comitati.

Le grandi opere.

Innanzitutto Rossi ricorda quanto negli ultimi anni è stato fatto a Sinigo, «anche grazie all’operosità e volontà di quelle persone che hanno fatto parte del comitato e che mi spiace oggi non abbiano trovato motivazioni ed energie sufficienti per andare avanti» informa, rimarcando che nelle sue parole non c’è alcuna vena polemica. «Quanto alle opere di grande impegno economico, spicca su tutte (ereditata dalla giunta passata) la realizzazione della nuova scuola elementare, per un costo intorno ai 10 milioni di euro. Oltre a ospitare le due scuole elementari, gli spazi consentiranno di avere una moderna palestra anche per le associazioni sportive di Sinigo e una sede adeguata per la biblioteca. Ciò significa liberare gli edifici attuali e questo consentirà di recuperarli a utilizzi importanti per il rione e per la città. Siamo poi impegnati nei lavori propedeutici di messa in sicurezza del versante della montagna sopra l’abitato per poter poi intervenire con la bonifica e il ripristino dell’area interessata qualche anno fa dalla frana. Un’opera importante per la protezione civile sarà anche la nuova caserma dei pompieri. È in atto la sistemazione dell’incrocio tra via Nazionale e via Fermi con la messa in sicurezza del traffico, specialmente pedonale e ciclistico. Siamo già alle prime risultanze di uno studio di fattibilità per il riammodernamento della zona sportiva adiacente all’ex dopolavoro, per farne un polo attrattivo per tutti».

Il dialogo coi residenti.

Numerosi i progetti che hanno visto l’ascolto e la consultazione attiva della popolazione, dal processo che ha portato a definire la nuova piazza Vittorio Veneto ai singoli colloqui, famiglia per famiglia; dal progetto Metamorphosis per la riqualificazione della vivibilità del quartiere all’interessamento per l’ampliamento orario e per la ridefinizione del percorso della linea 2 dell’autobus; dall’ascolto delle sollecitazioni pervenute e dall’analisi svolta sul tema della falda alla scelta del sito per il prossimo press container e isola ecologica (cui sarà annessa un’area cani); dalla consultazione con la Memc per un piano che ripensi la mobilità verso la fabbrica all’ascolto sul tema della stazione ferroviaria con la definizione di un incarico per uno studio approfondito sul tema. A seguito infine di alcuni episodi di violenza che hanno interessato il quartiere, in un incontro con il comitato, i responsabili dell’Ipes, il comando della polizia locale, il sindaco e il vicesindaco si è dato il via a un percorso di controllo del territorio e di attivazione delle risorse umane e sociali del rione.

Il tema della legittimità.

Altri ancora sono stati interventi a lungo attesi dal comitato. «Tutto ciò – dichiara il vicesindaco – non si sarebbe potuto realizzare senza l’input, la consultazione e la responsabilizzazione del comitato di quartiere. Il tema del loro ascolto, dell’obbligatorietà o meno di questo ascolto, è un tema vero e tuttora aperto. Fin qui i comitati sono stati e sono ancora libere associazioni di cittadini cui l’amministrazione riconosce un ruolo di rappresentanza di un territorio, di consulenza e di tramite. La loro legittimità non è mai stata messa in discussione da parte di questa amministrazione. Sono sempre stati supportati sia nelle fasi di nascita, sia in quelle di gestione delle attività ordinarie: un fondo cassa garantito, il pagamento dell’affitto della sede o la messa a disposizione di spazi comunali hanno permesso a queste associazioni di concentrarsi sul loro lavoro. L’obbligatorietà della loro consultazione o magari anche un qualche vincolo a rispettarne la volontà credo che cozzerebbe proprio con la loro natura di libere associazioni di cittadini. Altra cosa sarebbe “istituzionalizzarli”, renderli magari simili per esempio alle circoscrizioni bolzanine. Tema che anche lì, per altri aspetti, è in discussione. Credo di più nella volontà di un’amministrazione di dare ascolto, di offrire momenti di partecipazione. Ai comitati si chiede lo slancio di partecipare, la volontà di di essere protagonisti della vita sociale del loro quartiere (ci sono bellissimi esempi al rione San Vigilio, a Maia Bassa, al rione Wolkenstein) e di scegliere, come cittadini, tra chi li vuole sinceramente ascoltare e chi fa solo finta, tra chi promuove la collaborazione e chi la dichiara ma non la persegue. È la dialettica di una sana democrazia, tutta da difendere». S.M.













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