A Sinigo

La casa Ipes prende vita con il murale di Capdevila 

L’artista catalana in azione. L'opera misura oltre 50 metri quadrati Rappresenta una donna di spalle mentre osserva il paesaggio. «Ho iniziato nel 2014, nel mio studio sviluppo il mio lavoro su tela»

LE IMMAGINI: la casa Ipes di Sinigo diventa un'opera d'arte



MERANO. A Sinigo sulla casa Ipes arriva l'arte. Con un murale dipinto dall'artista catalana Elisa Capedvila, realizzato sulla parete del civico 49 di piazza San Vigilio a Sinigo. L'opera dalle dimensioni superiori ai 50 metri quadri rappresenta una donna raffigurata di spalle, inginocchiata in un prato nell'atto di osservare un paesaggio posto a cavallo tra collina e montagna.

La casa Ipes di Sinigo diventa un'opera d'arte: il murale è grande almeno 50 metri quadri

Elisa Capedvila dipinge sulla casa Ipes a Sinigo. Il murale dell'artista catalana, realizzato sulla parete del civico 49 di piazza San Vigilio, è di dimensioni superiori ai 50 metri quadri e rappresenta una donna raffigurata di spalle, inginocchiata in un prato che osserva un paesaggio posto a cavallo tra collina e montagna

Dopo il primo ampio murale realizzato a Bolzano ad aprile dal cagliaritano Tellas, che con "Mimesi" ha fatto fiorire la facciata cieca di un palazzo privato in via Brennero, Merano accoglie la delicata e armoniosa sensibilità di Elisa Capdevila, apprezzata pittrice e muralista di Barcellona.

Il grande progetto di arte urbana diffusa continua dunque la sua colorata corsa per imprimere nelle città altoatesine un ricordo di positiva condivisione del momento storico che stiamo attraversando. La seconda delle sei opere verticali, ideate da Outbox - Urban Art in South Tyrol in collaborazione con la coop sociale Young Inside con il sostegno della Provincia, è stata realizzata su una parete bianca di un edificio di Ipes in piazza San Vigilio.

Il murale è stato realizzato nel giro di una settimana e rappresenta la summa delle esperienze e della sensibilità della giovane artista spagnola che ha fatto delle relazioni umane e dell'intimità del quotidiano la sua cifra stilistica. I suoi tratti delicati e le sue immagini profonde e riflessive compaiono oggi in lavori apprezzati tanto nella sua terra - da Barcellona a Valencia, dall'Andalusia alla Galizia - quanto a livello internazionale - in Islanda, Belgio, India e Messico.

La vita delle persone, l'esperienza dell'isolamento e l'esigenza di tornare a condividere spazi comuni hanno trovato espressione nel murale figurativo ispirato alle suggestioni che gli abitanti del quartiere di Piazza San Vigilio - fra cui gli utenti di Upad, i membri del Comitato di quartiere e i condomini Ipes - hanno condiviso negli incontri con Outbox assieme ai collaboratori di "Breathe!" Project. Vita delle persone, spesso quelle senza nome, che Capdevila ha sempre messo al centro della sua produzione artistica, come nel caso del progetto “Des Américans à Paris” nell'ambito del quale l'artista spagnola ha riscoperto la storia di ex soldati americani smobilitati da Parigi alla fine della Seconda guerra mondiale.

Grazie all'adozione del Gi Bill da parte del governo americano, questi ex soldati poterono ritornare in Europa per proseguire i loro studi universitari o artistici iniziati prima dello scoppio del conflitto bellico. Persone senza nome che avevano immaginato di trovare nella capitale francese gli stimoli per seguire le orme di Hemingway o Picasso. Alcuni di questi come Chester Bomar Himes ce la fecero veramente, diventando autori di best seller e frequentatori del famoso Beat Hotel parigino.

«La mia carriera artistica è iniziata nel 2014 studiando pittura e disegno alla Barcelona Academy of Art. Ho iniziato a dipingere murales in quel periodo, prima come un semplice esercizio in cui la tela veniva sostituita da un muro, poi realizzando le sue più ampie possibilità e decidendo così di concentrare il mio lavoro personale intorno a questi progetti su larga scala», spiega Capdevila che ha lavorato attivamente a diversi festival di arte urbana. «Ho creato grandi murales sia a livello nazionale che internazionale, oltre a trascorrere il tempo tra questi progetti e il mio studio a Barcellona dove sviluppo il mio lavoro personale su tela», continua l'artista catalana. J.M.













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