sicurezza

La roccia minaccia la statale. A Laces 300 kg di dinamite 

Sulla strada pendono 1500 metri cubi di roccia: situazione più pericolosa di quanto si poteva pensare dopo i primi smottamenti. Serviranno un paio di settimane per sbriciolare la massa con le cariche esplosive



LACES. Ci sono 1500 metri cubi di roccia che minacciano di cadere sulla strada statale che attraversa l’abitato di Laces. L’allarme, nei giorni scorsi, a seguito di un piccolo smottamento; un successivo sopralluogo aveva evidenziato la necessità di intervenire, perché la quantità materiale da disintegrare è più grande di quello che si era pensato in un primo momento.

L’Ufficio strade della Provincia si è affidato ad un team di tecnici che sono al lavoro. L’arteria, a nord e a sud di Laces, viene chiusa quando ci sono i rocciatori in azione e poi riaperta.

L’operazione si annuncia complessa: serviranno ancora un paio di settimane per arrivare a sbriciolare la roccia con le cariche di dinamite, ne verranno utilizzate fra i 300 e i 350 chilogrammi.

Gli interventi preparatori - che vista l’instabilità del costone sono ad alto rischio - sono affidati alla “Consolroccia” di Rovereto: la squadra composta da sei rocciatori e guidata da Ilirjan Bllama, per tutti Elio, ha una grossa esperienza in questo campo. Tocca a loro salire e scendere in continuazione lungo le corde di metallo appese alle putrelle, per effettuare le perforazioni - arrivano a sette metri di profondità - dove Giacomo Nardin, il geologo-fochino di Trodena, dovrà inserire le cariche di dinamite.

In campo anche un altro geologo, Gianluca Cotza, che ha studiato nei minimi dettagli la roccia, stabilendo qual è la parte che deve essere fatta saltare, per mettere in sicurezza il fronte. Grazie poi al laser scanner terrestre della Cartorender, un’azienda del Noi Techpark, sono stati effettuati dei rilievi ad altissima precisione del blocco, per consentire a chi è sul campo di operare in maniera chirurgica.

«L’intervento - spiega Giacomo Nardin - verrà effettuato in due parti: prima vengono fatte le perforazioni della parete; poi si procederà allo smontaggio delle costose barriere paramassi che non reggerebbero ovviamente allo sbriciolamento di 1500 metri di roccia. Quindi si farà brillare la parte pericolante. A quel punto si provvederà a installare di nuovo i paramassi».













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