Muore a 105 anni Imelda, la “nonna di Merano” 

Il lutto in città. Imelda Dal Mas è scomparsa pochi giorni dopo il compleanno record Originaria di Vittorio Veneto, da diversi anni era ospite della casa di riposo di via Palade


Ezio Danieli


Merano. È morta Imelda Dal Mas. Aveva 105 anni ed era probabilmente la più anziana donna dell’Alto Adige. Ha cessato di vivere la mattina del primo maggio alla casa di riposo di via Palade, dove era ospite da parecchi anni e dove il 10 aprile scorso aveva avuto l’omaggio floreale dell’assessore comunale Frötscher, che si era complimentato con lei per la straordinario 105esimo compleanno. Da quel giorno, Imelda Dal Mas è andata via via spegnendosi. Nonostante le amorevoli cure che le sono state prestate da tutto il personale della casa di riposo, la “nonna” non si è più ripresa e l’altra mattina ha cessato di vivere. Imelda Dal Mas era ospite da dieci anni nella struttura di via Palade, dove era arrivata a causa dei problemi che aveva nel muoversi. Si era adeguata (a fatica) a restare seduta a lungo. Ma lo spirito era rimasto quello di sempre: sembrava che avesse un’ottantina d’anni al massimo.

La giovinezza tra le guerre.

Nata a Vittorio Veneto il 10 aprile 1914 in una famiglia agiata, terza di cinque figli, durante la Grande guerra si trasferì con la sua famiglia a Napoli. Suo padre morì giovane, lasciando la famiglia in condizioni economiche precarie: di qui un nuovo trasferimento, ad Avellino, dove alcuni parenti diedero un aiuto alla madre di Imelda. Intorno al 1926 la famiglia tornò a Treviso, dai nonni, che sapendo della grande passione della giovane Imelda per il violino la aiutarono a comprarne uno. All’età di 23 anni il matrimonio: un’unione felice, dalla quale nacquero Anna Maria, Giancarlo e Paolo. Il piacere per la musica del violino rimase costante nella sua vita, tanto che in occasione di un suo compleanno la dottoressa Annalisa Perbellini organizzò un concerto di violini all’interno della Fondazione Pitsch.

L’arrivo in Alto Adige.

Imelda Dal Mas amava ricordare di essere «originaria di Vittorio Veneto, dove mio marito aveva un negozio in cui si vendeva di tutto, dai generi misti a quanto serviva per la casa. Una mia cara amica, moglie di un fascistone dell’epoca, fece di tutto per il nostro trasferimento in Alto Adige, dove arrivai con la mia primogenita, Anna Maria, che aveva solo cinque mesi. Mio marito diventò gerente del negozio di Pavoncelli, in via delle Corse. In riva al Passirio sono nati i miei due figli Giancarlo e Paolo». Imelda ricordava perfettamente i primi tempi a Merano. «Ho conosciuto tanta gente, con loro mi sono trovata sempre bene. Era, a quei tempi, una realtà strana con tanta gente che parlava soprattutto tedesco. Qualche parola l’ho imparata anch’io, ma soltanto qualche parola». Imelda Dal Mas era solita ricordare, di quei primi anni, una città che definiva «bellissima, perché c’erano poche auto e poche case».

L’amore per la vita.

Scontata la domanda che le facevano un po’ tutti quelli che la conoscevano: come si fa ad arrivare così in forma al traguardo dei centocinque anni? «Ho sempre mangiato bene e con gusto. Credo sia questo il segreto principale. E poi mezzo bicchiere di buon vino due volte al giorno». In occasione della festa per i suoi 100 anni, Imelda era scesa dal quarto piano della casa di riposo e, dopo aver ricevuto gli auguri dal personale e dagli altri ospiti, si era fatta un giro con la carrozza trainata dai cavalli. Il giro per la città era stato un bagno di salute per lei che in corso Libertà era stata salutata con entusiasmo da tanti meranesi e dai turisti. Lei aveva risposto con un cenno della mano. È stato, quello di cinque anni fa, il suo ultimo giro attraverso una città che ora piange la sua “nonna”.













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