Gli appunti di Mercalli per salvare clima e cavoli 

Il climatologo sarà oggi a Comano Terme per presentare il suo ultimo libro «Siamo in debito con la natura, consumiamo più di quello che si rigenera»


di Fausta Slanzi


TRENTO. “Siamo in debito con la natura, consumiamo più risorse di quante gli ecosistemi siano in grado di rigenerare e immettiamo più rifiuti di quanti l’ambiente sia in grado di depurare. Consumiamo ormai l’equivalente di una Terra e tre quarti, intaccando il capitale naturale destinato alle generazioni più giovani e lasciando un’eredità di scorie inquinanti e cambiamenti climatici a lungo termine”, spiega così il concetto di sostenibilità ambientale Luca Mercalli che sabato 4 agosto alle 17 sarà a Trentino d’Autore, a Comano, in conversazione con il direttore Alberto Faustini. Lo scienziato del clima Luca Mercalli è anche presidente della Società Meteorologica Italiana onlus / Nimbus journal e membro dell’European Meteorological Society. Noto al grande pubblico anche grazie alla sua partecipazione, per anni, al programma Rai ‘Che tempo che fa’ condotto da Fabio Fazio, è fortemente impegnato nella divulgazione dell’approccio corretto per correre ai ripari rispetto allo scempio di predazione delle risorse della nostra ‘casa’, il pianeta Terra. Il dialogo con il direttore in calendario sabato pomeriggio prende spunto dall’ultimo lavoro che lo scienziato ha dato alle stampe: ‘Il mio orto fra cielo e terra. Appunti di metereologia e ecologia agraria per salvare clima e cavoli’. Aboca Edizioni. Lei è uno scienziato del clima: da qualche anno assistiamo a temperature parecchio elevate e non solo d'estate, cosa possiamo fare, singolarmente, per attenuare un destino che pare ineluttabile? “Lo dice l'Accordo di Parigi sul clima, firmato nel 2015 da quasi tutti i Paesi del mondo (eccetto gli USA): ridurre drasticamente le emissioni derivanti da combustione di energia fossile, petrolio, carbone e gas. In pratica: essere più efficienti, sprecare meno e utilizzare energie rinnovabili come sole, vento, acqua, biomassa”. 'Appunti di meteorologia e ecologia agraria per salvare clima e cavoli' è il sottotitolo del suo ultimo libro 'Il mio orto tra cielo e terra': un cittadino metropolitano come può contribuire?

“Il cittadino metropolitano forse non del tutto, al massimo con un piccolo orto su terrazzo o acquistando prodotti locali da agricoltori biologici, ma in un territorio extraurbano dove comunque abita metà della popolazione, anche un fazzoletto di terra di poche decine di metri quadri è in grado di produrre ortaggi di qualità per la propria salute (evitando pesticidi), e riducendo le emissioni e i rifiuti (meno trasporti, meno imballaggi)”. Dobbiamo tornare ad osservare le fasi lunari per coltivare l'orto o è la scienza ad aiutarci? “Dobbiamo utilizzare la conoscenza scientifica e abbandonare inutili superstizioni come la luna, che ormai è dimostrato, non ha alcuna influenza misurabile sulla crescita delle piante. Oggi è meglio utilizzare le previsioni meteo e l'analisi del suolo!” Che cos'è l'agroecologia, la disciplina su cui si fonda il suo libro? “Rispetto degli equilibri tra suolo, biodiversità locale e pianta coltivata. Minima lavorazione del suolo, pacciamatura, siepi abitate da uccelli e insetti utili nelle vicinanze”. Lei vive in una casa a energia solare, con cisterna di raccolta dell’acqua piovana, un orto e auto elettrica: tutto questo, mi perdoni, quanto costa, chi se lo può permettere? “Costa molto meno di quanto si pensi, sia perché oggi vi sono ottimi incentivi (come l'ecobonus del 65 per cento in 10 anni per interventi di riqualificazione energetica della casa), sia perché in breve si rientra delle spese grazie al minor consumo energetico. E poi c'è il risparmio di emissioni inquinanti: se avete figli e nipoti questa è l'eredità - senza prezzo - che lascerete loro”. Come, ciascuno, può valutare la propria impronta ecologica? “Ci sono molti calcolatori disponibili in rete. Comunque il motto è ‘non sprecare’! Vale sempre, anche senza calcolatore dell'impronta”.













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