LIBRI

Le storie mai raccontate di Eva Luna   



Chi scrive ha sempre avuto un po’ di difficoltà con la letteratura latinoamericana, a parte qualche autore, come Bolaño o Saer. Tuttavia, è innegabile che la narrativa di quello straordinario continente abbia stregato generazioni di lettori, fin dal boom che ebbero scrittori come Marquez o, come in questo caso, Isabel Allende.

Di Allende consiglio oggi una raccolta di racconti, “Eva Luna racconta”, uscita originariamente nel 1987 (in Italia nel 1989) e poi più volte ristampata da Feltrinelli (con traduzione di Gianni Guadalupi).

Eva Luna è un personaggio che i lettori di Allende, all’uscita di questa raccolta, conoscevano già, essendo stata la protagonista del romanzo omonimo uscito due anni prima. Queste storie di amore, violenza, viaggi, destino, sembrano sempre pervase da un vago aroma “fantastico”, anche quando sono del tutto realiste; è, inutile dirlo, il famoso realismo magico latinoamericano, qui però molto attenuato, tant’è che per Allende si è parlato spesso di “nuovo realismo”. La loro origine è un pretesto narrativo: ci sono due amanti avvolti dalla penombra di una stanza, sopra un letto disfatto, lui chiede a lei, novella Sherazade, “raccontami una storia, una storia che non hai mai raccontato a nessuno”.

Eva Luna ne ha in serbo ben 23. Quella di Belisa Crepuscolario, ad esempio, venditrice di parole nelle piazze dei paesi, che arriva a scrivere i discorsi del Colonnello, il più temuto dei guerriglieri, stanco però di essere temuto e desideroso di essere acclamato dal popolo come un uomo politico.

O di Elena Mejìas, la bambina “perversa” destinata a tormentare per tutta la vita i pensieri dell’amante della madre, ma a sua insaputa, e per un episodio che lei ha presto dimenticato.

E così via, e così via, come in una versione moderna de “Le mille e una notte”, dove passioni profonde si intrecciano ad azioni fatali, componendo un arazzo quasi mitopoietico. Parliamo di miti “popolari”, ovviamente, di personaggi presi di peso dall’esistenza quotidiana, dalle città, dalle strade, dalle campagne e dai mercati che compongono il grande mosaico dell’America meridionale, ma illuminati da vicende a loro modo eccezionali, ognuna con un significato peculiare.

I racconti di Eva Luna rimangono in testa a lungo, anche una volta chiuse le pagine del libro. Il che è senz’altro una delle caratteristiche di questa scrittrice e giornalista, nipote di Salvador Allende, nata a Lima, in Perù, ma cresciuta con la madre in Cile. Fuoriuscita dal paese nel 1973, all’epoca del golpe del generale Augusto Pinochet (in cui il presidente Allende conobbe, come noto, la morte), scrisse in esilio la sua opera più famosa, “La casa degli spiriti” divenuto anche un film nel 1993. Oggi vive in California, e continua a scrivere, anche letteratura per l’infanzia. Nel maggio 2007 Allende è stata insignita, a Trento, della laurea honoris causa in lingue e letterature moderne euroamericane.













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