il caso

Alto Adige, allarme povertà per i pensionati

L’Istituto promozione lavoratori denuncia: “Il gap tra le generazioni è destinato ad aumentare. Donne penalizzate per tutta la vita lavorativa”



BOLZANO. Di regola, nel corso della loro vita, i contribuenti altoatesini raggiungono l'apice reddituale a un'età compresa tra i 60 e i 64 anni, mentre, con l'avanzare dell'età, cresce anche la disparità tra i redditi, con un picco nella classe d'età che va dai 65 ai 69 anni. L'analisi viene pubblicata dallo "Zoom Ipl" dell'Istituto promozione lavoratori che prende in esame la relazione tra il livello dei redditi e l'età anagrafica dei contribuenti altoatesini, nonché le differenze reddituali pro capire.

La base dei dati è costituita dalle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2022 per l'anno d'imposta 2021. I dati sono stati disaggregati dall'Ipl per classe d'età, sesso e tipologia di contribuente. Nell'anno 2022, in provincia di Bolzano, sono state presentate 423.411 dichiarazioni dei redditi per un importo totale lordo di 10,9 miliardi di euro e un valore medio di reddito lordo annuale pro capite pari a 25.679 euro.

Dalle dichiarazioni dei redditi si evince che il picco reddituale viene raggiunto mediamente negli ultimi anni della carriera lavorativa, tra i 60 e i 64 anni, durante i quali si registra un valore medio pari a 33.362 euro. Superata questa soglia d'età, a causa del pensionamento, i redditi pro capite dei contribuenti altoatesini ricominciano a decrescere sensibilmente.

La maggiore disparità si misura tra i 65 e 69 anni, complice il fatto che a quell'età molti contribuenti sono già in pensione mentre altri continuano a lavorare. La pensione ha poi un effetto calmierante sulla disuguaglianza: le classi d'età successive, infatti, si contraddistinguono per una maggiore equità nella distribuzione dei redditi.

Da considerare che, rispetto agli uomini, le donne risultano penalizzate in termini di sviluppo dei redditi durante l'intero corso della vita. Nel futuro il gap tra le generazioni è destinato ad aumentare. "In un contesto di retribuzioni stagnanti, che non consentono una previdenza complementare significativa, mentre il sistema delle pensioni di tipo contributivo sostituisce progressivamente il sistema retributivo - osserva il presidente Ipl, Andreas Dorigoni - il fenomeno della riduzione del reddito dei pensionati sarà in futuro sempre più marcato. Il problema è ormai evidente ma non sembra che ci siano all'orizzonte interventi concreti per condizioni di povertà per molti pensionati".













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