La Clm cresce e rilancia: «Vogliamo ingrandirci»

L’imprenditore Caramaschi: «I prezzi delle aree a Bolzano sono proibitivi Dei nostri 45 dipendenti, 20 sono immigrati: difficile anche trovare personale»


di Antonella Mattioli


BOLZANO. Un fatturato di 6 milioni di euro l’anno, 45 dipendenti e una sede, troppo piccola, per consentire alla “Clm” (Costruzioni lavorazioni meccaniche) di via Toni Ebner, di crescere sfruttando al meglio la flessibilità che è la caratteristica principale di questa azienda.

«Sto cercando di acquisire un terreno - dice Alex Caramaschi, 39 anni bolzanino, vicepresidente dei giovani di Assoimprenditori che assieme ai soci Franco Morandi ed Eros Ferraro, guida la società fondata da suo padre Bruno nel ’93 - ma i prezzi sono proibitivi: se nel resto del mondo si va dai 30 ai 100 euro al metro quadro, a Bolzano siamo sopra i 300. A Pegognaga, nel Mantovano, con quella cifra ti vendono un intero paese. Potrebbe andar bene anche un immobile, in zona produttiva però ci sono soprattutto magazzini che poco si adattano al nostro tipo di produzione».

Alla cronica difficoltà di acquistare aree, si aggiunge la carenza di personale specializzato: su 45 dipendenti, 20 sono extracomunitari.

«L’ultima assunzione, fatta proprio in questi giorni, è quella di un giovane che arriva da Gela, perché qui trovare tecnici che escono dagli Istituti o dalle scuole professionali è difficilissimo. Vanno tutti all’università».

Eppure, secondo Caramaschi - che dal padre ha imparato che i clienti non si attendono in ufficio, perché soprattutto in tempi di crisi non arriveranno mai, ma si vanno a cercare alle fiere e poi direttamente a “casa” - la “Clm” ha ancora grosse potenzialità di sviluppo.

«All’inizio - spiega - si producevano pezzi meccanici in serie, ma negli anni Duemila ci siamo resi conto che non avremmo mai potuto reggere la concorrenza prima dei Paesi dell’Est e poi della Cina. È così che abbiamo deciso di puntare su flessibilità e differenziazione. Che in concreto significa che nel nostro stabilimento vengono prodotti o lavorati componenti meccanici, in quantità che vanno dal singolo pezzo o protipo, alla piccola e media serie. Lavoriamo dall’acciaio inox alla plastica, per fare componenti che vengono utilizzati, per esempio, negli impianti funiviari e di innevamento, nel settore energetico; in quello militare e della marina; oltre che nei sistemi di misurazione. La differenziazione della clientela ci consente di non subire le eventuali crisi che dovessero colpire un determinato settore».

Quella che offre la “Clm” è dunque una produzione ad hoc - spesso in piccole e medie quantità - studiata sulle esigenze del singolo cliente; segue, a volte, anche il montaggio e poi il servizio di magazzino. Quello che oggi in pochi offrono perché, tenere pezzi in deposito, ha un costo.

«Grazie a macchinari di ultima generazione - dice l’imprenditore bolzanino - e a personale altamente specializzato riusciamo a venire incontro alle esigenze di una clientela molto variegata. Che ha bisogno di avere un determinato componente nel minor tempo possibile. I nostri clienti per l’80% hanno aziende con sede in Italia, ma i prodotti vengono poi esportati in mezzo mondo».

Mai avuta la tentazione di andarsene, magari in Tirolo o in Carinzia?

«Non una volta, ma tante se è per questo. Anche perché ci sono una serie di agevolazione per gli imprenditori, alle quali si aggiunge la velocità della burocrazia. Qui ci vogliono mesi, per non dire anni, per avere ad esempio una concessione edilizia. Tempi inconciliabili con quelli dell’economia che corre veloce. La tentazione quindi di trasferirsi oltre Brennero viene spesso, ma poi ci si ripensa perché noi altoatesini non abbiamo né la mentalità tedesca né quella di una certa Italia, siamo una via di mezzo che riassume ciò che c’è di buono in entrambe le culture e per questo vorremmo restare e crescere in Alto Adige».

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