Lavoro dipendente, cresce il «part time» e anche il precariato

I rapporti a tempo parziale sono arrivati a quota 52 mila Più contratti a tempo determinato: il 26 per cento del totale


di Maurizio Dallago


BOLZANO. Il trend positivo del mercato del lavoro altoatesino prosegue anche in questi primi mesi del 2017. Da alcuni mesi il tasso di disoccupazione è tornato sotto la soglia del 4%. Ma questi dati dicono solo una parte della verità. Attualmente la quota di posti di lavoro a tempo indeterminato è in assoluto la più bassa mai registrata: nel 1998 i rapporti di lavoro erano per l’82% a tempo indeterminato e per il 18% a tempo determinato, mentre nel 2016 l’incidenza del contratto a tempo indeterminato è scesa al 74% a fronte di un 26% di contratti a tempo determinato. Inoltre l’aumento occupazionale è riconducibile esclusivamente all’avanzata dei contratti a tempo parziale: i rapporti di lavoro full-time tra il 2002 e il 2016 sono rimasti stabilmente 140.000 circa, mentre il part-time è aumentato da 15.000 a 52.000 unità. Lo afferma il Barometro per la primavera 2017 dell’Istituto promozione lavoratori (Ipl), i cui dati del sondaggio sui lavoratori dipendenti altoatesini sono stati presentati ieri mattina dal direttore Stefan Perini e dalla presidente Christine Pichler.

La congiuntura internazionale di ripresa economica dovrebbe riflettersi positivamente anche sull’Alto Adige, nonostante i fattori di rischio siano più che mai presenti. L’economia altoatesina può presentarsi a questa sfida in un generale buono stato di salute, con indicatori che riflettono il clima di fiducia su livelli confortanti e un quadro prospettico del mercato del lavoro rassicurante. Ciò induce l’Ipl a confermare la propria previsione per l’economia altoatesina per il 2017 di un aumento pari ad un +1,4%. In altre parole, il tasso di crescita per l’economia altoatesina si collocherebbe ad un livello inferiore rispetto alla zona euro, ma superiore a quello nazionale.

L’edizione primaverile del Barometro Ipl rileva, tra le altre cose, la soddisfazione dei lavoratori sul posto di lavoro, i loro fattori di carico e alleggerimento del lavoro e il giudizio sulle proprie condizioni fisiche e psichiche. La soddisfazione sul posto di lavoro, solitamente elevata, è in calo negli ultimi tre anni.

Il peggioramento interessa tutti gli indicatori, in misura maggiore quelli riguardanti le possibilità di formazione professionale, lo stile dirigenziale del superiore e la posizione del lavoratore dipendente all’interno della società.

Una parte crescente di lavoratori dipendenti (62%) invece ritiene che le condizioni di salute legate al lavoro gli permetteranno di svolgere le attuali mansioni anche a 65 anni. Come misure centrali in grado di prolungare la vita lavorativa gli intervistati indicano la diminuzione dello stress, il miglioramento dei rapporti con i colleghi e la corresponsione di retribuzioni dignitose.













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