Milano. <mc>[testo]l'industria del risparmio gestito torna a crescere. nel secondo trimestre la raccolta raggiunge 11,3 miliardi di euro grazie all'apporto delle gestioni collettive (+16,2 miliardi). un chiaro segnale d'inversione dopo i deflussi per 12 miliardi registrati tra gennaio e marzo. al netto del covid, l'anno di per se non è iniziato bene, con una raccolta a gennaio negativa per 4,7 miliardi, attutita da un -406 milioni a febbraio. a marzo, nel pieno del lockdown, c’è stato il crollo a -8,7 miliardi con una raccolta per le gestioni collettive negativa per 10,5 miliardi. da aprile si è avuto il primo cambio di passo (+2 miliardi) che poi si è fatto più consistente a maggio con +5,5 miliardi di raccolta. un trend confermato infine a giugno con +5 miliardi. numeri, dunque, che gettano le basi per la ripartenza, ma che sono ben lontani dalle cifre di raccolta registrate in passato. nel 2017, nel solo semestre, le sottoscrizioni superarono i 56 miliardi, con 8 miliardi nel mese di giugno. un anno eccezionale, che sfiorò i 100 miliardi. guardando nel dettaglio, il periodo aprile-giugno di quest'anno, sulla base dell'analisi di assogestioni, le gestioni di portafoglio segnano una flessione pari a 4,8 miliardi, mentre il patrimonio gestito dall'industria sale a 2.266 miliardi, in particolare per effetto dell'attività di gestione. la quota degli asset investita in fondi aperti e chiusi è invece del 48,5% (1.098 miliardi), mentre il rimanente 51,5% (1.167 miliardi) è impiegato nelle gestioni di portafoglio. la raccolta netta dei fondi aperti nel trimestre ammonta a 14,8 miliardi. quanto alle macrocategorie quelle favorite dai risparmiatori italiani sono gli azionari (+8,5 miliardi).