Volksbank, crescita significativa 

Il bilancio d’esercizio 2019. La gestione operativa è aumentata nei risultati del 164 per cento passando da 42,4 milioni di euro a 113,1 Il presidente Michaeler: «La scelta di crescere al di fuori dell’Alto Adige ci permetterà di svilupparci come banca indipendente di una vasta area»



Bolzano. Volksbank torna in linea di galleggiamento. Perchè si libera in un colpo solo delle “spese di avviamento”, giusto per togliersele di torno, e dunque si alleggerisce del gran peso iniziale di un'acquisizione fatta con grosso sforzo e (allora) anche con qualche perplessità. In sintesi: rialza la testa. «La scelta di crescere al di fuori dell'Alto Adige e diventare una banca regionale del Nordest - dice il presidente Otmar Michaeler - ci permetterà di svilupparci come banca indipendente di una vasta area economica».

Dopo il presidente, Johannes Schneebacher parla di aumento dei mezzi amministrati dell'81%. E la gestione operativa, annuncia lo stesso direttore generale, «è aumentata nei risultati del 164% passando da 42,4 milioni di euro a 113,1». E subito ambedue si affrettano a rassicurare: l'integrale rettifica dell'avviamento, cioè l'esposizione per le acquisizioni, avrà un impatto puramente contabile. E dunque senza effetti sulla redditività reale e sui coefficienti patrimoniali. «L'utile netto - secondo Schneebacher - che si attesta nel secondo semestre del 2019 sui 17 milioni, conferma la capacità reddituale e consolida la posizione di Volksbank quale principale operatore regionale del nordest». L'utile è significativo, a fronte dei meno 101,5 milioni registrati nel primo semestre. Indice del grande sforzo finanziario della svalutazione dell'avviamento e delle rettifiche prudenziali sui crediti.

Detto in parole povere: Volksbank ha passato mesi complicati, si è caricata di acquisizioni pesanti, ha fatto fatica ma poi ha deciso di togliersi l'avviamento una volta per tutte, dunque, ora si è rimessa in piedi.

Certo, la convalescenza è stata lunga, c'è ancora qualche colpo di tosse ma nella lettera agli azionisti i vertici confermano che tutte le verifiche sono state superate, i test, e gli indicatori in crescita.

Dalla quota dei crediti deteriorati migliorata da 5,6% a 3,6 e con il totale fondi propri cresciuto del 25% passando dall'11% al 15. Dunque: l'aspettativa per il 2020 è di un ritorno alla redditività.

Ecco la spiegata la riacquisita linea di galleggiamento. «Prevediamo un ritorno alla normalità degli anni precedenti anche in termini di utili» dice a sua volta il presidente Michaeler.

«Continueremo a concedere prestiti alle famiglie e alle piccole e medie imprese del bacino di utenza - rassicura Schneebacher - e ci concentreremo su ambiti di rilevanza strategica come i mutui per l'edilizia abitativa, i programmi di risparmio, le assicurazioni e la previdenza».

Tanto che l'azione di rafforzamento della quota del credito posiziona Volksbank su valori ampiamente superiori rispetto alla media del sistema.

Come pure sono in crescita gran parte degli “aggregati” caratteristici del rapporto con la clientela, dalla raccolta diretta alle masse amministrate.

Questo significa che l'operazione attuata per l'avviamento non ha avuto nessun impatto sulla liquidità, sulla solidità patrimoniale e, hanno insistito i vertici “nessuna influenza sulla redditività prospettica, come è stato evidenziato dall'utile netto di 17,2 milioni del secondo semestre 2019”.

L'anno era iniziato in rosso ma si è chiuso con una ripresa. È questo il senso del bilancio Volksbank presentato ieri nella sede dei Piani. Dentro il quale si trovane le sfide che la banca intende affrontare: da quelle derivate dalle acquisizione degli istituti veneti, al suo ruolo come collettore di risorse e sostegno all'economia nel Nordest al ruolo che intende comunque giocare sul territorio, faccia a faccia con in grandi istituti nazionali e internazionali. Insomma, Volksbank ha tenuto. E adesso prova a tornare a correre. P.CA.

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