le decisioni

Bollette, carburanti, imprese: il Governo studia nuovi aiuti

Ci sono i 6 miliardi di tesoretto previsti nel Def ma in tanti chiedono lo scostamento di bilancio


di Paolo Cappelleri


ROMA. Proroghe degli aiuti per bollette e carburanti, nuovi fondi per l'accoglienza dei profughi ucraini, probabilmente un ampliamento della platea del bonus sociale e garanzie per la liquidità delle imprese.

Si attendono questi e altri sostegni nei nuovi decreti su cui lavora il governo per allocare entro fine mese i 6 miliardi di tesoretto previsti nel Def.

E finora non sfonda il pressing, quasi trasversale, delle forze di maggioranza che insistono nella richiesta di uno scostamento di bilancio. Non deve essere un tabù per il Pd, che spinge per sgravi fiscali e contributivi, condividendo con il M5s la necessità di un meccanismo di detassazione degli aumenti derivanti dai rinnovi contrattuali. Per il partito di Giuseppe Conte lo scostamento è senz'altro necessario, e da FI Alessandro Cattaneo esorta il premier Mario Draghi a un altro "Whatever it takes".

"Sei miliardi di euro di fronte allo scenario attuale non sono sufficienti, dobbiamo tutti sforzarci di fare di più - avverte il responsabile dei dipartimenti del partito azzurro -. È perciò il momento di investire , rivedendo il Pnrr date le nuove condizioni internazionali, utilizzare la leva fiscale in modo deciso e, se fosse necessario, utilizzare uno scostamento".

Secondo più osservatori finanziari il sentiero è stretto, una simile scelta, che equivale ad extra-deficit, avrebbe soprattutto effetti negativi sullo spread se l'Italia si muovesse in quella direzione da sola. Il governo finora ha seguito la regola di dare copertura ad ogni intervento, e ora è alla finestra.

Segue con attenzione l'evoluzione del conflitto in Ucraina, con le sue ricadute sui prezzi di energia e materie prime, e attende di capire se ci sarà una risposta unitaria europea, quella sorta di Recovery di guerra su cui però non si è trovata una visione comune negli ultimi vertici Ue.

Intanto qualche novità potrebbe arrivare dall'esame in Senato del decreto varato il 21 marzo per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi ucraina. Degli oltre mille emendamenti presentati nelle commissioni Finanze e Industria di Palazzo Madama, sono diversi quelli con cui i partiti premono sul governo per aumentare l'aliquota della tassazione straordinaria del 10% sugli extraprofitti delle aziende energetiche dovuti al balzo dei prezzi.

Dopo una sorta di breve tregua pasquale, martedì si attende anche una svolta sulla delega fiscale, dopo il confronto fra Draghi e i leader del centrodestra di governo. Il lavoro di mediazione fra i tecnici dei loro partiti e quelli del Mef si è concentrato su riforma del catasto e sistema di tassazione duale.

Lega e Forza Italia puntano a escludere aumenti delle tasse sulla casa e salvare le cedolari su affitti e Bot. Per il leghista Massimo Garavaglia, ministro del Turismo, una sintesi si troverà.

"Draghi è credibile, nel momento in cui dice che nessuno pagherà più tasse, significa questo. Basterebbe aggiungere che la mappatura" degli estimi catastali "vale solo a fini statistici, non costa niente e chiarirebbe definitivamente la questione".

Non è ancora chiaro quanto sia disposto a concedere il governo, e se su ogni modifica servirà il consenso delle altre forze di maggioranza. L'epilogo di questo delicato dossier resta quindi incerto.

Più della riforma del Csm, che martedì approda in Aula alla Camera dopo la travagliata gestazione in commissione Giustizia, chiusa con un accordo di maggioranza da cui si è sfilata Italia viva. Senza la questione di fiducia, il testo non è comunque blindato, quindi non si possono escludere fibrillazioni su nuovi emendamenti. Di certo, la riforma non ha il gradimento dell'Associazione nazionale dei magistrati, che proprio martedì riunirà il suo esecutivo, con il rischio della proclamazione di uno sciopero. 













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