Cina: nuovo rapporto Gb denuncia 'le interferenze' di Pechino

Fra economia, università, politica. 'Modello liberal sotto tiro'

LONDRA


(ANSA) - LONDRA, 13 LUG - Nuove accuse d'interferenze cinesi nel Regno Unito - dalle politica, all'economia, alle università - rimbalzano oggi sui media da un rapporto parlamentare sulle attività di Pechino. Il Guardian anticipa i contenuti del testo bipartisan, dai toni allarmati, definito a maggio dalla commissione Intelligence e Sicurezza Nazionale della Camera dei Comuni. Nel documento le istituzioni statali cinesi sono accusate di comportamenti "aggressivi" nei confronti del Regno, come di altri Paesi occidentali. Non solo sul fronte della concorrenza commerciale o geopolitica, ma anche di quello di presunti tentativi di condizionamento della politica e del mondo accademico d'oltre Manica, E nell'ambito di progetti che costituirebbero addirittura una sorta di minaccia esistenziale per il modello delle "liberal-democrazie". Il rapporto è frutto di un'inchiesta avviata dalla commissione nel 2019, sulla scia del giro negativo nelle relazioni con Pechino, seguito alla stagione degli investimenti miliardari iniziata ai tempi del governo del New Labour di Tony Blair. In esso si contesta, peraltro anche ai governi successivi, d'aver "mancato di rispondere alla minaccia posta dalla Cina", economica in primis, in modo proporzionato. E si denunciano lacune di "risorse, esperienze e conoscenza" specifica negli apparati britannici a fronte della portata dell'asserito pericolo. Fra le priorità viene indicata quella di fronteggiare "i furti di proprietà intellettuale" attribuiti ai massicci investimenti di denaro cinese nelle università del Regno Unito. (ANSA).













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