Everett, con Wilde racconto orgoglio gay

Regista/attore a Roma per The Happy Prince, in sala dal 12/4



(ANSA) ROMA 10 APR - Più che una recitazione, quella di Rupert Everett nei panni di Oscar Wilde, sembra essere una vera e propria reincarnazione-omaggio allo scrittore, aforista, poeta, drammaturgo e saggista irlandese, omosessuale dichiarato ante litteram. In 'The Happy Prince, L'ultimo ritratto di Oscar Wilde'', esordio alla regia di Everett, già passato fuori concorso alla Berlinale e ora in sala da giovedì 12 aprile in Italia in circa 150 con Vision Distribution, non s'indugia in sfumature di troppo, ma si va diritti nel raccontare la 'morte a Venezia' dell'autore di Dorian Gray, la sua prigionia, il periodo più nero dell'artista, il suo De Profundis. Una biopic questa già portata più volte a teatro e che ha una coproduzione italiana (la Palomar). "Sono sempre stato affascinato dalla tragedia finale della vita di Wilde perché trovo sia una storia romantica, una delle più belle di fine XIX secolo. Mostra la sua tragedia, la caduta e anche la sua follia così umana", ha detto Everett.













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