Hollywoodland, quando il cinema è incubo

Mortillaro svela i meccanismi spietati della fabbrica dei sogni

ROMA


(ANSA)-ROMA, 24 GIU- L'inganno dei produttori e delle major, che come il gatto e la volpe seducono, blandiscono, irretiscono.

I sogni da agguantare al volo che troppo spesso si sciolgono come neve al sole nella Città degli Angeli, meta agognata di tanti wannabe del mondo. Un po' thriller, un po' spietato reportage, Hollywoodland è il romanzo d'esordio di Duccio Mortillaro, avvocato italiano che da anni vive e lavora a L.A. e ben conosce le dinamiche dell'industria cinematografica. Al centro della storia - introdotta da una prefazione di Walter Veltroni- c'è Paolo, ragazzo di belle speranze che si presenta come il classico esempio del nuovo italiano globalizzato, uno che ha studiato, si è messo in gioco con entusiasmo, fino a qualificarsi con il suo copione al secondo posto in un concorso della University of Southern California. Il suo sogno è diventare uno sceneggiatore. E grazie all'aiuto di Finch, suo mentore e patron degli Studios, quel sogno si realizza. Per poi trasformarsi però trasformarsi in un incubo.













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