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Terremoto in Turchia e Siria, i morti sono quasi 2800. Il suolo dell’Anatolia si è spostato di 3 metri

Scossa registrata dai sismografi fino in Groenlandia. Sisma mille volte più forte di quello di Amatrice del 2016



ROMA. Continua a salire il drammatico bilancio del terremoto di magnitudo 7.8 che ha colpito la notte scorsa il sud della Turchia e il nord della Siria. Il bilancio delle vittime del sisma è salito a oltre 2.700 morti. 

Il servizio di emergenza turco ha annunciato che almeno 1.762 persone sono morte in Turchia, mentre altri 1.000 persone hanno perso la vita nella vicina Siria, portando così il totale delle vittime a 2.762. Le immagini raccontano la ricerca senza sosta di superstiti sotto le macerie ma anche la distruzione totale in alcune città e il pianto disperato di un papà che stringe il suo piccolo morto, avvolto in una coperta rossa.

Almeno 120 scosse di assestamento si sono verificate dopo il potente terremoto di stanotte nel sud della Turchia, secondo un aggiornamento dell'Agenzia turca per la gestione dei disastri e delle emergenze (Afad).

Il suolo dell'Anatolia si è spostato di almeno tre metri: è la firma di uno dei terremoti più violenti mai registrati in Turchia. Con una magnitudo di 7,8, il sisma avvenuto fra il Sud-Est della Turchia e il Nord della Siria è stato mille volte più forte di quello di Amatrice del 2016 e 30 volte più forte di quello dell'Irpinia del 1980. La scossa, seguita da centinaia di repliche, è stata registrata dai sismografi di tutto il mondo, fino alla Groenlandia, come ha rilevato l'Istituto geologico danese.













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