Astrosamantha che rinunciò alla Nazionale per lo spazio 

Sul tatami con lo Ju Dojo Bolzano. La Cristoforetti studiava alle Marcelline e si allenava agli ordini dei maestri Conforti e Pavanello Quando disse loro che avrebbe riposto i sogni azzurri per diventare astronauta le credettero, perché era una ragazza molto determinata


DANIELE MAGAGNIN


Bolzano. Il suo libro si intitola “Diario di una apprendista astronauta”. Samantha Cristoforetti, prima cosmonauta italiana di sempre, racconta la sua vita. Speranze, impegni e sacrifici, dedizione assoluta, passione e tanto altro, gioie e dolori, fino a quando, sulla rampa di lancio, i motori del razzo si sono accesi e si è realizzato il grande sogno della sua vita: volare nello spazio. Per quasi sette mesi è stata in orbita attorno alla Terra sulla Stazione Spaziale Internazionale. Il viaggio della ragazza tenace parte dal un sogno di bambina che ha dato forma al carattere e forgiato la personalità imparando i segreti e scoprendo il fascino del karate sul tatami del glorioso Centro Studi Arti Marziali Ju Dojo Bolzano dei maestri Giorgio Conforti e Maria Stefania Pavanello prima di trascorrere anni con le valigie in mano fra tre continenti, tra circostanze fortuite e altre ostinatamente cercate, tra incontri, lingue e culture, natura e tecnologia, fatiche e attese, gioie e delusioni: tutto per diventare un’astronauta e coronare il sogno della vita.

Giorgio Conforti, medico in prima linea e blasonato maestro di karate di lungo corso, ne aveva viste e sentite tante nella sua vita professionale, quindi poche cose lo sorprendevano. Samantha lasciò però di stucco quando gli disse: «Non posso entrare in nazionale perché voglio diventare astronauta». Il maestro Conforti, sapendo che era una ragazza determinata, che riusciva ad arrivare dove voleva, non si è stupito più di tanto quando la sua ex allieva è diventata la prima astronauta italiana di sempre in orbita sulla stazione spaziale internazionale.

In gioventù Samantha Cristoforetti è stata una promettente atleta di karate specialità kumite. Ad inizio anni ’90 frequentava le scuole medie e superiori a Bolzano, all’Istituto Marcelline, e praticava con costanza e grande passione la palestra del Centro Studi Ju Dojo di Bolzano. Sul tatami la ragazzina che sognava lo spazio ci sapeva fare, tanto da collezionare diverse medaglie a livello nazionale ed internazionale, come l’argento ai campionati internazionali d’Austria, e il suo nome compare spesso nelle cronache sportive negli annali del nostro giornale. Alla carriera agonistica, alle soglie della Nazionale, ha preferito però quella accademica e spaziale e i risultati le hanno dato ragione.

Il karate ha perso una potenziale campionessa, ma la storia dell’astronautica internazionale è stata arricchita da preziosi capitoli scritti dalla ragazza nata a Milano nel 1977, cresciuta nella “sua” Malè in Trentino, maturata a Bolzano, dove si era trasferita con l’obiettivo di imparare le lingue e il tedesco in particolare, perché nei suoi piani c’era la scuola di aeronautica a Monaco di Baviera, che le avrebbe aperto le porte per seguire i corsi di pilota di caccia, un passo intermedio per puntare allo spazio. Dal capoluogo altoatesino ha spiccato il volo proprio verso il capoluogo bavarese per proseguire gli studi: la laurea in ingegneria meccanica a Monaco e quella in Scienze Aeronautiche a Pozzuoli per intraprendere poi la carriera da astronauta che l’ha portata ad essere la prima donna italiana nello spazio con una missione sulla Stazione Spaziale Internazionale (Iss), la missione Futura, tra il 2014 e il 2015. Con 199 giorni detiene il record europeo e femminile di permanenza nello spazio in un singolo volo.

Di Samantha Cristoforetti ufficiale dell’Aeronautica militare fino al 2019, top gun che parla quattro lingue (italiano, tedesco, inglese, francese e russo), grande studiosa, ingegnere, selezionata nel 2009 nel corpo astronauti dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), astronauta con tanto di primati, aviatrice, Cavaliere e Commendatore al merito della Repubblica, con un asteroide “15006 Samcristoforetti” a lei dedicato, autrice, protagonista del documentario “AstroSamantha - La donna dei record nello spazio”, ambasciatrice Unicef, soprattutto mamma dal novembre 2016 di Kelsey Amal (che significa coraggiosa e speranza) avuta dal compagno Lionel Ferra si sa molto o abbastanza. Meno si sa di AstroSam karateka. Tecnici e compagni di tatami la ricordano come un’atleta molto forte e dotata sotto l’aspetto tecnico.

Ha gareggiato con il Csam Ju Dojo Bolzano per 3-4 anni, mettendosi in ben presto in luce non solo a livello nazionale ma anche all’estero. Nel suo palmares ci sono tante medaglie, compreso l’argento ai Campionati internazionali di Lauterach in Austria, battuta da un’atleta viennese nel maggio del 1994. Tantissimi i suoi hobby sportivi e non solo: libri, apnea, sci, speleologia, mountain bike, yoga, nuoto, balli latinoamericani e probabilmente altro ancora.

Nei giorni scorsi “l’astronauta dello Ju Dojo” ha dichiarato all’Ansa: «Ci auguriamo che il successo del lancio del veicolo spaziale SpaceX da Cape Canaveral favorisca una più regolare pianificazione dei voli anche per gli astronauti europei. Il mio prossimo lancio dovrebbe essere calendarizzato nel giro di un paio d’anni". “AstroSam” ha raccontato i suoi progetti per il futuro in occasione del Premio Hemingway 2020 di Lignano Sabbiadoro (Udine), che le è stato assegnato nella sezione “Testimone del nostro tempo” e che le sarà consegnato ufficialmente sabato 27 giugno con la seguente motivazione: «Per averci fatto guardare la Terra da un’altra prospettiva, che non è solo quella dello spazio, ma soprattutto quella dei sogni. Per averci insegnato che le imprese spaziali non appartengono solo a chi li vive in prima persona, ma sono il frutto della collaborazione da parte di tanti Paesi che mettono insieme una sapienza scientifica, industriale e anche artigianale, e che l’avventura del singolo è anche l’avventura del genere umano».

L’astronauta, per quasi sette mesi in orbita attorno alla terra sulla Stazione Spaziale Internazionale ha spiegato che «il prossimo lancio avverrà su un’astronave diversa dalla Souz utilizzata nel 2015. Per raggiungere la stazione spaziale utilizzerò forse anch’io lo SpaceX Dragon o in alternativa lo Starliner di Boeing che è attualmente in fase test in volo. Dopo una lunga attesa che dura dal 2015, finalmente potrò tornare nello spazio: il luogo di cui ho avuto forse più nostalgia nella mia vita».

La grande navigatrice degli spazi cosmici sta per riposizionarsi sulla rampa di lancio. Quando i motori del razzo si accenderanno sicuramente realizzerà un altro grande sogno della sua ricca ed intensa vita. Uno di quei sogni cominciati, probabilmente, sul tatami dello Ju Dojo.

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