Brandstätter: «Fusione tra Alto Adige e Bolzano per valorizzare i giovani»

La proposta del presidente della Fondazione Cassa di Risparmio



BOLZANO. "Lo sport come scuola di vita". E' la mission di Gerhard Brandstätter, avvocato bolzanino, dirigente sportivo e presidente della Fondazione Cassa di Risparmio, il cui impegno nello sport lo vede coinvolto sia da agonista che anche come dirigente e manager. Una ecletticità di impegni che per Brandstaetter ha un solo comune denominatore: lo sport come elemento fondamentale nell'azione umana. "Si può dire che sono nato con un pallone tra i piedi", ricorda Brandstätter.
"Il calcio è stata la mia passione - continua - giocato con il pallone di cuoio o con la pallina che una maestra delle Cairoli ci passava nel cortile della scuola. Ho indossato la maglia del Sarentino impiegato come mezz'ala destra o anche centravanti, anche se nonostante la mia altezza non ero così bravo nei colpi di testa. Un anno fui invitato ad un provino con il Bolzano. Mio padre però si oppose, preferendo farmi studiare. La mia carriera continuò al servizio della squadra universitaria a Firenze e nel calcio a 5 a Roma dove mi sono divertito".
L'austerità espressiva di Brandstätter non riesce a celare la vera passione di un personaggio la cui eclettica partecipazione sportiva ha impresso una decisa impronta nei suoi ideali di vita.
"Ribadisco: lo sport è fondamentale nell'azione umana. Devo dire che quando mi relaziono con persone che hanno fatto sport trovo in queste maggiore disponibilità, rilevando un maggiore feeling, sicuramente positivo".
Dal calcio all'atletica, poi sci, nuoto, pallacanestro ed il triathlon, la disciplina degli iron man...
"Da giovane avvocato ho assunto la Presidenza del Leufers Club, dove con il mio Klaus Widmann fondammo la sezione Triathlon, disciplina in cui mi sono anche cimentato. Con il Triathlon è arrivata anche la passione per la bici, con la quale ho partecipato alla Maratona delle Dolomiti ed alla Transalp. Come faccio a fare tutto questo sport? Sono un uomo fortunato perché sia mia moglie Ulli che le mie due figlie condividono queste passioni".
Brandstaetter è anche uno dei consiglieri di riferimento dell'Fc Alto Adige società per la quale ha seguito gli sviluppi sin dai suoi albori.
"L'Fc sta raccogliendo oggi il frutto del suo lavoro, perché il suo è stato un percorso sano, distintosi per serietà, organizzazione, puntualità nei suoi adempimenti ed obblighi. Il conferimento della sede a Bolzano è il giusto risultato in una sfida che è stata difficile, irta di ostacoli formalgiuridici e per difficoltà di dialogo. L'Fc si è fatto valere grazie alla trasparenza della sua organizzazione.
Un'idea per Fc e Bolzano? La via maestra potrebbe essere quella della fusione che consentirebbe di ampliare i settori giovanili, con una seconda squadra che funga da polmone alla prima. Per questo obiettivo ci vuole buon senso, dialogo e collaborazione. I tempi sono maturi per l'Fc Alto Adige che amplierebbe il suo raggio d'azione, e per il Bolzano che darebbe una risposta ai suoi problemi".
Da presidente della Fondazione Cassa di Risparmio, Brandstätter ha il costante monitoraggio dell'altro "mondo sportivo": quello associazionistico e del volontariato.
"Attualmente c'è un'osmosi molto importante perchè registriamo crescite, ampliamenti, con tante realtà che hanno raddoppiato iscritti e sezioni. La nostra mission è quella di sviluppare l'educazione sportiva partendo dalla base, intervenendo nel lavoro giovanile, nella sua formazione, sostenendo progetti.
La nota dolente riguarda il volontariato che sta lentamente sparendo. La frenesia della nostra vita condiziona anche il nostro tempo libero, per cui è sempre più difficile motivare persone che si dedicano al volontariato".
L'Alto Adige è un territorio a vocazione sportiva e gli eventi prestigiosi non mancano. E possibile fare di più?
"A Bolzano c'è spazio per organizzare nuove manifestazioni, coinvolgendo Provincia e Comune a fare delle convenzioni o accordi con altre città, magari dell'arco alpino.
Si parlava di Olimpiadi a Bolzano ed a Innsbruck, penso ci siano i presupposti per crescere in questa direzione".
E' più facile in Alto Adige ospitare una manifestazione internazionale o organizzare la nazionale dell'Euregio?
"Penso sia più facile organizzare una grossa manifestazione internazionale. L'Alto Adige ha le capacità di attrarre grandi eventi. Vedo l'Euregio solo come un tessuto sociale e logistico che collabora nel cuore dell'Europa, per scambi culturali, agonistici, collaborazione in eventi. Però una cosa è la collaborazione un'altra è la rappresentanza a livello di federazione".

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