Da Dobbiaco a Cortina: resta vivo il fascino della storia 

La granfondo. Il primo a lasciare la sua impronta fu “grillo” De Zolt Oggi il più atteso è Gjerdalen, che qui ha già centrato tre successi Qui i campioni sono di casa da 44 anni e la pandemia non fermerà  un appuntamento che ormai è diventato una classica imperdibile



Dobbiaco. 44 anni e raccontare la storia dello sci di fondo. La Granfondo Dobbiaco-Cortina è davvero un pezzo di storia degli sci stretti in Italia, a cominciare dal primo vincitore nel 1977, Maurilio De Zolt il ‘grillo’ del Cadore, che non si è accontentato solo di aprire l’albo d’oro ma vi ha apposto la propria firma per ben sei volte. Con lui campeggiano nel “roll of honour” nomi del calibro di Giorgio Vanzetta, Silvano Barco, Gaudenzio Godioz, Giuseppe Ploner, Alfred Stauder, Maria Canins Bonaldi, Guidina Dalsasso ed Eugenia Bitchugova, per poi arrivare ai giorni nostri con Tord Asle Gjerdalen, Andreas Nygaard e Britta Johansson Norgren.

La Dobbiaco-Cortina per la sua 44.a edizione, non è una novità, si è spostata dalla data tradizionale - che sarebbe caduta ad inizio Campionato del Mondo di sci alpino proprio a Cortina - e si è posizionata in calendario la settimana prima della Marcialonga, il 23 e 24 gennaio.

Ovvio che come per tutti gli eventi (e non solo), il condizionamento del Covid-19 è forte, tuttavia la Dobbiaco-Cortina, ribadisce il presidente Herbert Santer, “la vogliamo fare con tutte le nostre forze”. Dunque distanziamento sociale, niente pubblico, mascherine indossate fino a prima del via e dopo il traguardo, nessun pasta party ma packet lunch, iscrizioni solo online. Per il resto tutto come in passato, gara in tecnica classica di 42 km sabato, in tecnica libera di 32 km domenica e sempre nella tratta da Dobbiaco al centro di Cortina, con l’arrivo questa volta un po’ allungato rispetto al solito per avere lo sprint finale più lungo, più spettacolare e combattuto.

I fondisti scatteranno dall’aeroporto militare di Dobbiaco salendo verso Sesto, per raggiungere nell’ordine la Nordic Arena, il lago di Dobbiaco, al confine tra il parco naturale Tre Cime e il parco naturale Fanes-Senes-Braies, la Vista Tre Cime di Lavaredo, fra i patrimoni mondiali UNESCO, e ancora Cimabanche, Ospitale e Fiames sino alla finish line nel cuore di Cortina d’Ampezzo. La gara della domenica si accorcia un po’ nella parte iniziale e in qualche altro breve tratto per favorire la diversa tecnica a skating.

È vero che la Granfondo Dobbiaco-Cortina è una delle prestigiose tappe del circuito Visma Ski Classics, un po’ la Coppa del Mondo delle lunghe distanze, ma è anche un evento particolarmente apprezzato dagli amatori. Tanti gli stranieri che la Dobbiaco-Cortina ha portato dopo l’inserimento in Ski Classics, stavolta le limitazioni ai viaggi e l’obbligo di quarantena al rientro in diverse nazioni hanno raffreddato l’entusiasmo dei fondisti d’oltralpe. Sarà quindi un po’ la rivincita degli amatori italiani, in entrambe le tecniche. Di sicuro ci saranno i campioni del double poling che monopolizzano questo genere di gare, e tra loro ci sono medagliati mondiali ed olimpici. Uno dei grandi protagonisti sarà sicuramente Tord Asle Gjerdalen già vincitore 3 volte della gara in classico e una volta di quella in skating. Pista praticamente pronta, anche se al momento c’è un tratto chiuso per sicurezza (valanghe) a ridosso della galleria. In provincia di Belluno è aperto, e frequentatissimo, il centro fondo di Fiames attraverso il quale transita la gara. In Val Pusteria altrettanto, piste aperte per tutti i gusti.

Oggi meeting tra gli organizzatori e i sindaci coinvolti per definire gli ultimi dettagli.















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