ex professionista e ora allenatore

Dalle sfide con Baggio a “fare calcio” ai piedi dello Sciliar

Once upon a time…il “nano” del centrocampo. Nomignolo rivolto ad un gigante delle zona mediana, uno di quei centrocampisti che hanno fatto gavetta nel calcio professionistico prima di approdare a...


di Filippo Rosace


Once upon a time…il “nano” del centrocampo. Nomignolo rivolto ad un gigante delle zona mediana, uno di quei centrocampisti che hanno fatto gavetta nel calcio professionistico prima di approdare a Bolzano dove si è conoscere, stimare e che con il territorio ha stretto un sodalizio inossidabile. Stiamo parlando di Fabio Memmo, oggi allenatore dello Sciliar, ma che qualche lustro addietro è stato il punto di rifermento del centrocampo di Triestina, Senigallia, Ravenna, quanto per citare le formazioni di serie C. “Sono cresciuto nel settore giovanile del Monfalcone, prima di approdare alla Primavera della Triestina dove in panchina c’era un certo Adriano Buffoni”. Fabio Memmo è un friulano di Monfalcone che, come tanti altri giovani sognatori, ha obbedito alla lettera al brocardo: al cuor non si comanda! Con il battito a mille, difatti, nel 1988 Memmo ha salutato parenti ed amici trasferendosi in terra altoatesina, vestendo immediatamente la maglia del Bolzano alla corte di Fabio Sala. “Sono arrivato a Bolzano grazie a Degli Esposti – ricorda il tecnico dello Sciliar – vestendo la maglia biancorossa per due stagioni. Da qui ho viaggiato tanto tra Interregionale ed Eccellenza, giocando per il Crevalcore, Bassano, Sasso Marconi, Rovereto ed Alto Adige”.

Si avete capito bene: proprio quel pioneristico Alto Adige che anche grazie a Fabio Memmo seppe conquistare le prime pagine della cronaca calcistica. “Sono stati quattro anni fantastici – ricorda Memmo – siamo partiti dalla Promozione finendo come un treno in serie D. Una squadra con i giusti attributi, con dei compagni e dirigenti eccezionali”.

D’accordo l’Alto Adige ma uno con i piedi e la testa di Fabio Memmo come mai ha potuto salutare il proscenio del professionismo senza che nessuno lo richiamasse indietro?

“A quei tempi eravamo proprio degli ingenui. Giocavo a Ravenna ma ero di proprietà della Triestina. I Ds delle due società si misero d’accordo per rescindere il contratto garantendomi la continuità nella categoria. Mi sono fidato ed ho fatto male, perchè quando sono tornato a Trieste mi sono ritrovato senza squadra. Avessi avuto un procuratore questo non sarebbe successo”.

L’once upon a time di Memmo è nitido, così come sono altrettanto chiare e nette le sensazioni emotive...

“Non ho rimpianti per la mia carriera. Dopotutto quindici anni di professionismo mi hanno regalato soddisfazioni. Quale in particolare? Il primo giorno di ritiro con la Triestina con Buffoni ad attenderci. Un signor allenatore in tutti i sensi”.

Memmo sorride mentre le immagini ideali sfilano davanti ai suoi occhi, compiaciuto anche quando gli ricordiamo d’essere il “nano” del centrocampo.

“Questo è un soprannome che mi diede affettuosamente il mio ex compagno di squadra Marco Nappi (attaccante di Fiorentina, Genoa e Atalanta, ndr). Un qualcosa che ci ha tenuto sempre legati anche se a distanza. Pensi che quando sono andato a trovarlo a Cavalese in ritiro con il Genoa mi ha trattato come un ospite speciale. Marco è stato un calciatore molto bravo ed altrettanto umile”.

Ed a proposito di umiltà, nell’album dei ricordi c’è un altro grande del calcio italiano con il quale Memmo si è schierato fianco a fianco sul terreno di gioco: il divin codino Roberto Baggio.

“Andiamo piano perché con Roberto ho condiviso solo le partitelle tra commilitoni. Facevamo il militare a Barletta e nei momenti di libertà giocavamo a calcio su un campo da basket. Inutile dire che era un fenomeno…in tutti i sensi . Con Roberto il divertimento era assicurato”. Il c’era una volta di Fabio Memmo ha svolto l’intera bobina. Rimane la luce intensa dello Sciliar e il profumo intensa dell’erba del rettangolo da gioco dell’altipiano. “Un profumo che fa parte della mia vita, non riesco a farne a meno. Con lo Sciliar mi sto divertendo, c’è un bel gruppo e giovani interessanti che riescono a trasmetterti energia ed entusiasmo”.













Altre notizie

Attualità