Domenica riparte la stagione ippica

Favero ridimensionato negli effettivi: «È un segno dei tempi. il vecchio Vana e Raffy Romano saranno i rivali più tosti»


di Claudio Mantovan


MERANO. Bentornati! Il generale inverno ha abbandonato il campo cedendolo a miss primavera ed i purosangue di mestiere saltatori hanno finalmente finito di girovagare lungo la penisola per riprendere possesso della loro patria naturale: Maia. Lo stridere dei cancelli, le lunghe file mattutine di cavalli, il vai e vieni dei van sono tornati ad accompagnare le mattinate degli appassionati. Maia assomiglia ad un dipinto del Seicento, con il bianco della neve sui monti che la circondano che fa da contralto al verde cupo delle piste, al giallo dei fiori che caratterizzano le piste smeraldo presentate lucide e tirate a nuovo dagli uomini della Merano Galoppo.

La stagione che bussa alle porte e che prenderà il via domenica pur in un clima di incertezza e crisi che da tempo caratterizza l’ippica italiana non sembra aver scalfito la grandezza e l’importanza del più grande complesso da ostacoli di casa nostra. In tempi in cui le corse si riducono su tutti gli ippodromi, Maia può vantare il successo di averne mantenute sette per giornata oltre che registrare un aumento del dieci per cento dei premi erogati al traguardo contrariamente al trend nazionale.

Sono fiori all’occhiello che uniti ai grandi eventi della stagione tipo weekend del Gran Premio di fine settembre, Palio del Burgraviato dell'ultima domenica di agosto e meeting ferragostiano delle corse riservate ai professionisti del piano garantiscono all’impianto meranese un posto di rilievo nei salotti romani dei bottoni. Al tutto, va aggiunto il fatto che in quasi ogni giornata di corse ai purosangue saranno abbinate prove riservate agli Haflinger (ma anche ai pony) nel rispetto di una politica coinvolgente ed ad ampio respiro che caratterizza l’operato della Merano Galoppo. Tornando ai purosangue, girovagando per Borgo Andreina (il villaggio ippico) al mattino, non si può non incontrare la premiata ditta PF ovvero Paolo Favero, per oltre un decennio zar incontrastato delle piste ostacolistiche di tutta Italia. Non ci sono ricordi che in una corsa non figurassero almeno due rappresentanti di scuderia Favero, con l’ineffabile Paolo aperto al dialogo sempre e dovunque. Oggi la situazione è cambiata e domenica a Maia nello steeple riservato agli anziani si rischia di non vedere la gloriosa giubba o la firma al trainng dell'allenatore di Sinigo.

Cosa è successo signor Favero, a cosa si deve questa riduzione degli effettivi?

«È un fenomeno generale che coinvolge tutto e tutti. La generale diminuzione dei premi, l’abbandono delle scuderie che vanno per la maggiore e il lievitare dei costi non incoraggiano ad investire nel mondo dei cavalli. Ho dovuto adeguarmi alla situazione e ridurre gli effettivi ai miei ordini. Certo, lasciando correre lo sguardo su Maia e sulla sua bellezza il cuore piange e suggerisce di fare il contrario ma biosgna spare trovare il giusto equilibrio»

Gli avversari da tenere d’occhio in questa stagione alle porte?

«Il vecchio Vana e il suo pargolo Pepi con materiale di primordine e naturalmente Raffy Romano la cui abilità a cavallo e adesso anche come allenatore nessuno può mettere in dubbio».

C’è e ci sarà futuro per l’ostacolismo?

«Sì sino a che nasceranno nuovi proprietari come Troger ed Aichner. La passione per il cavallo e per le corse ti prende e non ti abbandona più».

Dopo anni a disperdere gli avversari e a fare incetta di titoli di allenatore con più vittorie, Paolo Favero si trova a inseguire. Attenzione al leone ferito. Soprattutto nel suo territorio: Maia.

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