Doppietta storica per L’Estran

Merano. “ The Champion” cantava a squarciagola la famiglia Aichner subito dopo l’arrivo del Merano. Sì, perché L’Estran il vincitore, da buon cavallo ha assunto le stigmate di un campione. Non si è...


CLAUDIO MANTOVAN


Merano. “ The Champion” cantava a squarciagola la famiglia Aichner subito dopo l’arrivo del Merano. Sì, perché L’Estran il vincitore, da buon cavallo ha assunto le stigmate di un campione. Non si è di sangue blu se non si riesce in un’impresa che rimarrà nella storia, due Merano consecutivi da affiggere in bacheca. Chi vi è riuscito si conta sulle dita di una mano, da Or Jack l’irraggiungibile ad Alfa Two, a Sharstar e per risalire nella memoria all’indimenticato Trapezio. Che dire e che fare se non inchinarsi alla grandezza di un cavallo acquistato a reclamer in terra di Francia che ha fatto amaramente rimpiangere i cugini di averlo lasciato andare.

La corsa.

La sua vittoria è stata di quelle che non lasciano adito a recriminazioni da parte dei battuti. La sua attitudine alla distanza, i suoi polmoni d’acciaio e le sue gambe di ferro hanno fatto la differenza unite alla perfetta condotta di gara del suo tranviere, Josef Bartos che lo ha fatto trovare al posto giusto nel momento giusto e che lo ha lanciato come una palla di schioppo quando la situazione lo ha richiesto.

Forse e senza forse, chi può scagliarsi contro la sfortuna è il francese Le Costaud, il grande atteso di questo Gran premio. L’allievo di Macaire ha fatto il suo dovere sino a che gli strali della jella non l’hanno impietosamente colpito. È stato al salto del muro sulla retta opposta che le gambe l’hanno tradito ed il suo incedere da regale è diventato improvvisamente stentato, come quello di un’aquila ferita. Ha visto i due avversari Norterly Wind e L’Estran passargli davanti feroci come mastini e nulla ha potuto opporre se non la sua generosità mentre il sogno svaniva allontanato da una gamba che non rispondeva più ai comandi. Peccato, davvero peccato perché la presenza di Le Costaud ha nobilitato questa corsa elevandone il contenuto tecnico di svariate once.

L’est che fa paura.

Notrherly Wind , il temuto invasore dell’est si è dimostrato pari alla sua fama. Le ha provate tutte per rendere la vita dura a L’Estran, perfino la carta della fuga sull’ultima curva. In fondo però si è inchinato e da buon valletto ha riverito la superiorità dell’avversario.

Vista la sua scarsa confidenza con i cinquemila del Merano e con la sua tremenda durezza se c’è da dargli un voto questo è un nove tondo tondo inferiore soltanto al dieci e lode del vincitore. Soldier’s Queen ha salvato l’onore degli inviati di Francia cogliendo un onorevole e remunerativo terzo posto a distanza abissale dai due protagonisti di questo Merano.

Ed il vecchio Al Bustan? Il vincitore di un Merano ha dato una lezione a figlioli e nipotini conquistando un quarto posto che vale una vittoria. Deve aver bevuto alla fontana della giovinezza perché per lui il tempo non passa mai e quando sente odor di Merano diventa un puledrino.

Gli altri? Hanno fatto corsa nella corsa finendo dispersi per la pista con Zanini, il ferito Le Costaud e Notti Magiche a completare l’ordine d’arrivo.

L’analisi.

Che dire di questo Merano? Una cosa, che in tempi cupi come quelli che stiamo vivendo la Merano Galoppo è riuscita ad organizzare un pomeriggio che non ha fatto certo rimpiangere quelli degli anni passati. La corsa è vissuta sul tentativo di Notti Magiche di contrastare l’incedere di Le Costaud, tentativo durato quanto il sogno di una notte d’estate perché il francese si è portato al comando ed ha imposto la legge del più forte sgranando il gruppo, con Quick Davier che scodellava a terra Romano all’oxer, sino a che la maledizione di Maia non ha fermato il francese. Il resto è stata lotta fino in dirittura tra L’Estran e Notherly sino a che il giallonero di Aichner ha sussurrato all’orecchio del rivale “il Merano è mio” e se n’è andato. Così come fanno i forti!

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