Doping

Hacker russi rubano le mail della Iaaf sul caso di Schwazer

Dal carteggio emergono le contraddizioni della federazione internazionale: teme che Alex verrà assolto in sede penale



MILANO. Il caso di Alex Schwazer, squalificato dalla Iaaf per 8 anni alle vigilia delle Olimpiadi di Rio de Janeiro per esser risultato positivo in occasione di un controllo del 1° gennaio 2016, si arricchisce di nuovi dettagli. Secondo quanto riporta “ilsussidiario.net”, gli hacker russi di Fancy Bear avrebbero sottratto alla Iaaf, la federazione internazionale di atletica, 23 mail «scambiate tra il manager dei controlli antidoping della Federazione internazionale di atletica Thomas Capdevielle e il consulente legale Ross Wenzel su cui interagiscono altri avvocati e dirigenti Iaaf» riguardanti «la strategia difensiva nei confronti del Tribunale di Bolzano che ha avviato la procedura di sequestro delle provette del marciatore italiano per analizzarne il dna». Queste mail, prosegue il “sussidiario.net”, metterebbero «a nudo i dubbi, le contraddizioni e le paure dell’organismo internazionale rispetto alla iniziativa della magistratura italiana e sugli elementi che portano gli stessi consulenti Iaaf a ritenere improbabile la condanna di Schwazer per doping in sede penale».

Nelle carte inoltre «emergerebbe un ruolo nella vicenda Schwazer di un influente guru della atletica italiana, che si era speso, anche pubblicamente, per impedire l’iscrizione ai Mondiali di marcia di Schwazer, un rivale storico di Sandro Donati».

Per quanto riguarda le provette incriminate, sono passati 5 mesi dalla data concordata dal Tribunale di Bolzano, la Iaaf e la Wada per la consegna ai Ris di Parma. Le urine invece si trovano ancora al laboratorio di Colonia, al punto che «il Gip Walter Pelino la scorsa settimana ha coinvolto il Ministero della Giustizia tedesco per sollecitare l’invio delle provette in Italia». Il magistrato si è rivolto ovviamente anche al Ministero italiano perché rappresenti al governo tedesco la necessità del trasferimento del materiale alla Procura della Repubblica di Bolzano.

«Tra l’altro le motivazioni della sentenza di condanna di Schwazer – sottolinea sempre “ilsussidiario.net” – rese pubbliche dal Tas a inizio febbraio, consentirebbero all’altoatesino di ricorrere alla Corte federale svizzera per farsi annullare la squalifica visto che lo stesso Tas riconosce le anomalie della procedura del controllo antidoping che portò alla sospensione dell’atleta». La difesa dell’atleta azzurro però, nell’ipotesi di un’altra squalifica per “violazione della clausola compromissoria”, «ha preferito concentrarsi sul processo penale, limitandosi al momento a una seconda memoria difensiva indirizzata alla sezione della Corte d’Appello di Colonia che deve decidere sul destino delle provette e che dalle ultime indiscrezioni dovrebbe farlo entro la prima metà di luglio».













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