Lisa Fissneider: «Ho deciso, ora lascio» 

La nuotatrice prodigio soprannominata Goldfisch in cerca di nuove strade. «Non ci sono gli stimoli giusti per continuare»


di Marco Marangoni


CALDARO. A soli 23 anni Lisa Fissneider, la nuotatrice prodigio che si è meritata l’appellativo di Goldfisch, ha deciso di ritirarsi. Il nuoto professionistico non farà più parte della sua vita. «È stata una decisione presa durante le vacanze di Natale, dentro di me sentivo qualcosa che mi spingeva a fare nuove esperienze», ha dichiarato ieri sera al nostro giornale. Lisa forse tornerà in vasca per divertimento, per gareggiare a livello regionale ma non lo sa ancora. Oggi sarà al comando delle Fiamme Gialle per definire anche il suo trasferimento. «Sono pronta a buttarmi in un’altra vita, nel mondo lavorativo per scoprire altri talenti dentro di me, scoprire una nuova parte di me stessa», ha detto la finanziera originaria di Caldaro.

Nella sua carriera Lisa ha scritto tante belle pagine del nuoto non solo altoatesino ma anche italiano. È stata una delle raniste più forti d’Italia (1’05”28 sui 100 in vasca corta e 1’07”71 in vasca lunga; 2’21”18 sui 200 e 30”39 sui 50 in corta), nel 2011 la più forte al mondo a livello juniores. Il suo momento più alto a soli 17 anni quando a Lima, a due passi dal tempestoso Oceano Pacifico, in pochi giorni si è messa al collo ben tre medaglie, due d’oro (50 e 100 rana) e una d’argento (200 rana). La carriera internazionale tra le grandi per Lisa era inizia già nel 2009 a Istanbul in occasione degli Europei in vasca corta. Nel 2010 dagli Eurojunior di Helsinki la Fissneider tornò con l’oro sui 50 rana e un argento sui 100. La medaglia più preziosa, perché conquistata ad una kermesse assoluta, il bronzo agli Europei in vasca corta del 2010 con la 4x50 mista assieme a Laura Letrari, Elena Gemo e Federica Pellegrini. Nella sua carriera la nuotatrice dell’Oltradige, figlia di un buon nuotatore, papà Klaus che la portò a soli 4 anni nuotare nelle acque del lago di Caldaro, ha cambiato diverse società, diversi tecnici e contestualmente sedi di allenamento, da Verona a Charlotte negli States. Il primo tesseramento tra le fila dell’Ssv Bozen, poi è passata allo Sportclub Merano, quindi alla Bolzano Nuoto per poi rientrare nel 2014 all’Ssv, un anno dopo l’arruolamento nella Guardia di Finanza. Cresciuta con Volker Müller, successivamente si è affidata a Dario Taraboi, quindi a Tamás Gyertyánffy, Admir Kajo Kajevic e poi tornare con Müller nell’agosto scorso per riprendere il cammino.

Perché questa decisione, un po’ un fulmine a ciel sereno?

«Dopo la Coppa Brema di metà dicembre non ero soddisfatta (1’10” sui 100 e 2’30” sui 200, ndr), sono tornata a casa, mi sono chiesta cosa aspettami dal 2018 e ho analizzato la mia situazione – dice Lisa che in bacheca vanta anche 12 titoli italiani -. Ho visto che sono abbastanza lontana dalle prime in Italia e per questo non me la sentivo più di fare un altro anno. Gli stimoli sono venuti meno. Mi sono detta che questo era il momento giusto per ritirarmi».

Come sarà il suo futuro?

«Entrerò in servizio come finanziera, nuoterò ancora, forse gareggerò a livello regionale.

Cosa le ha dato il nuoto?

«È stato un viaggio che non dimenticherò mai, una scuola di vita dove ho conosciuto tante persone. Voglio ringraziare la società, gli allenatori per il loro supporto e gli sponsor».

Quanto le sono costate le interruzioni per infortuni?

«Alla lunga mi hanno segnata ma dai momenti difficili mi sono sempre rialzata. Nel 2012 mi ero fatta male al ginocchio cadendo in bicicletta, poi la mononucleosi, nell’agosto scorso l’operazione al ginocchio».

Rimpianti?

«Diciamo che non ho mai fatto le Olimpiadi. Ci sono andata vicina due volte, nel 2012 (Londra) e nel 2016 (Rio de Janeiro)».













Altre notizie

Attualità