Short track, sui 1500 Fontana paga caro lo sforzo centrale 

La medaglia d’oro nei 500 ha ceduto nei giri finali: 7ª «Ho pagato i sorpassi nella prima fase... Mi riprenderò»


di Marco Marangoni


GANGNEUNG (Corea del Sud). Troppo sorniona all’inizio, generosa e un po’ troppo “spendacciona”, in termini di energie, a metà, stanca alla fine. Il filo di Arianna s’è ingarbugliato ieri tra le curve della finale dei 1500 metri dello short track. Ad “Ary” si chiedeva una seconda magia dopo l’oro conquistato sui 500 metri. Un po’ troppo, però onestamente, perché i 1500 sono gara lunga, tra il tattico e il veloce, dove se non rispondi agli attacchi rischi di finire a far da spettatrice, a vedere davanti la bagarre e tu dietro ad arrancare. È stato così per Arianna Fontana rimasta, come lei ha detto poi alla fine della prova, «senza benzina».

Alla fine è arrivata settima in una finale dai due volti. A dar fuoco alle polveri è stata proprio la fuoriclasse valtellinese. Lo ha fatto tra il quarto e il quinto giro di una gara che ne prevede ben quattordici. Ha duellato con la canadese Kim Boutin (alla fine medaglia di bronzo) stando però sempre attenta ai contatti con le avversarie. Arianna è stata brava, ha gestito bene, sembrava avesse la situazione in mano. Poi, quando la sudcoreana Minjeong Choi ha accelerato improvvisamente, non ha reagito ed è scivolata nelle retrovie.

Ovazione da parte dei 12mila occorsi sugli spalti della Gangneung Ice Arena per la Choi, questa volta approdata all’oro dopo la delusione proprio sui 500 metri; la medaglia d’argento l’ha conquistata la cinese Jinyu Li, bronzo, come detto, alla canadese Kim Boutin.

Peccato, perché la serata lasciava presagire qualcosa di speciale per Arianna e per i colori italiani. L’azzurra aveva dominato la batteria con una prova di carattere sull’ostica olandese Jorien Ter Mors; già più difficile la semifinale, questa volta con l’«oranje» molto più ostica.

«Forse ho pagato troppo nei sorpassi della prima fase della finale - questo il commento di Arianna Fontana, analizzando la gara davanti ai giornalisti -, ma ad un certo punto, quando serviva cambiare, le gambe non hanno più risposto, la benzina è finita... Un po’ mi dispiace perché dopo la semifinale avevo buone sensazioni. Ho dovuto guardare dalle retrovie, ho dovuto fare da spettatrice e non da concorrente... L'obiettivo era la finale e poi vedere, turno dopo turno come andava. Peccato. Per me c’è ancora una gara individuale, i 1000 metri, e poi la gara a squadre con le altre ragazze. Sono sicura che mi riprenderò».

Ritornando alla vittoria dell’altro giorno, la Fontana ha detto di aver ricevuto «i messaggi di tanti italiani che si sono detti orgogliosi di me. Mi ha fatto tanto piacere perché si è perso un po' il senso del patriottismo nel nostro Paese e spero che questa cosa rimanga sempre dentro di loro», ha quindi aggiunto Arianna, sposata con Anthony Lobello, suo allenatore e preparatore in seno alla nazionale azzurra. «Mi ha fatto veramente piacere il messaggio di Gregorio Paltrinieri, lui ha potuto vedere la gara solo dopo un paio di giorni ma mi ha raccontato che gli ha dato una carica pazzesca», ha quindi commentato l’azzurra.

L’Italdonne dello short track tornerà sul ghiaccio martedì per l’attesa finale della staffetta (ore 14,30 in Italia). Arianna e le sue “sorelle”, ovvero Lucia Peretti, Cecilia Maffei e Martina Valcepina, sui 27 giri saranno opposte a Cina, Canada e Corea del Sud. Ci sarà da tenersi forte. (m.m.)

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