L'INTERVISTA stefano MANFIOLETTI dro 

«Tempistica e risorse, ripartire sarà un’impresa» 

A lezione di realismo. Tanti dubbi nelle considerazioni della guida gialloverde: «Per riprendere servono certezze per giocatori e staff. E chi sostiene le realtà dilettantistiche, potrà continuare a farlo?» 



Trento. La corsa verso la salvezza del Dro Alto Garda ripartirà oppure no? Stefano Manfioletti, allenatore della formazione gialloverde, ha più di un dubbio e guarda “oltre”, ragionando a trecentosessanta gradi. Ricominciare sarà durissima, non solamente vorrà dire rimettere in moto una macchina ferma da un mese, un mese e mezzo, due, ma per tutto il contesto. Con un punto sul quale non si potrà derogare: la sicurezza. «Il movimento calcistico avrebbe dovuto fermarsi prima - commenta l’allenatore gialloverde - e il riferimento non è al torneo di serie D al quale partecipiamo noi, ma al sistema calcio in generale. Talvolta si tende a considerare i calciatori quasi come degli “eroi”, immuni da malattie o altro, ma non è assolutamente così. Per quanto ci riguarda, nell’ultimo periodo in cui abbiamo svolto gli allenamenti, abbiamo preso tutte le precauzioni del caso, ma ovviamente non c’era tranquillità da parte di nessuno e mi domando: Come avrebbe potuto esserci in una simile situazione? E poi, anche osservando totalmente tutte quelle che erano le disposizioni in ambito sportivo, non c’era assolutamente la garanzia di non ammalarsi. C’è un però…».

Prego, dica.

La situazione che stiamo vivendo è assolutamente straordinaria e nessuno, né chi ha dovuto prendere le decisioni, né chi le ha “subìte”, era preparato ad una simile emergenza. Capisco, dunque, anche le difficoltà di chi ha dovuto intervenire in poco tempo e si è trovato spiazzato di fronte ad un tale contesto. L’importante è che ora tutti facciano la propria parte, senza eccezioni, per risolvere nel più breve tempo possibile il problema.

I vostri giocatori sono tutti rientrati a casa e stanno svolgendo lavoro personalizzato?

Sì, certo, ormai da molti giorni. Inizialmente, quando la situazione era ancora in divenire, abbiamo fornito ai ragazzi una tabella per cinque sedute di lavoro e ora procediamo di settimana in settimana. È chiaro che, non potendo e non dovendo uscire di casa, si possano svolgere solamente alcuni tipi di esercizi, ma spazi e materiale casalingo bastano e avanzano per lavorare sulla forza. Da qui in avanti proseguiremo con tabelle settimanali, in attesa di capire cosa accadrà.

Ecco, appunto: si parla di una ripresa verso fine aprile e di un prolungamento della stagione sino alla fine di giugno. Solo voci, per carità, ma cosa ne penserebbe?

Mah, sono dubbioso a riguardo. Premesso che, in questo momento, l’ultimo dei problemi deve essere quello riguardante la data di ripresa dell’attività, che viene non in secondo, ma in quinto piano rispetto a tutte le altre questioni, penso non sarà così semplice e automatico. Per ricominciare servono certezze riguardo la salute di giocatori, allenatori e addetti ai lavori. Altrimenti non si potrà riprendere, senza tenere conto di tutte le problematiche legate ai giocatori che hanno fatto rientro a casa e, forse, non potranno tornare e all’aspetto economico. Chi sosteneva le realtà calcistiche dilettantistiche potrà farlo anche dopo? Io ne dubito.

Pessimista?

No, realista. Ma questi sono discorsi che competeranno alla Lega Nazionale Dilettanti. Il mio è solamente un punto di vista personale: il campo mi manca tantissimo, e non potrebbe essere altrimenti ma, in questo momento, i pensieri sono ben altri.

Mister Manfioletti come sta vivendo il momento?

Prendendo tutte le precauzioni del caso, io ho lavorato sino a venerdì. Adesso, invece, inizierò un periodo di ferie, a casa, durante il quale sistemerò tutti gli appunti, le “carte” calcistiche e continuerò a documentarmi su wyscout per non perdere l’abitudine. Il tutto, rigorosamente, all’interno delle mura domestiche. D.L.













Altre notizie

Il progetto

Religione e inclusione, a scuola un corso per islamici e cristiani

Trenta tra ragazzi e ragazze del professionale Mattei di Bressanone iscritti per capire quali possono essere i punti di contatto tra le due fedi. Il dirigente: «Ci siamo avvalsi anche di un collaboratore esterno, un musulmano praticante. La convivenza è stata al centro»


Fabio De Villa

Attualità