Top Ganna concede anche il bis 

Giro d’Italia, quinta tappa. Dopo la vittoria nella crono inaugurale e la maglia rosa, il 24enne iridato piemontese compie l’impresa in fuga, domando anche una lunga salita: «Non ci dovevo neanche andare». Almeida rafforza il primato


LUCA FRANCHINI


La salita non è il terreno di Filippo Ganna. La gamba, però, è quella che a fine settembre ha permesso al 24enne piemontese di dominare la cronometro iridata di Imola e, una settimana più tardi, di fare la stessa cosa nella prova contro il tempo che ha inaugurato il Giro d’Italia. In quell’occasione con i favori del pronostico dalla sua parte. Ieri, contro ogni pronostico, Ganna ha spianato l’ascesa di Monte Scuro, ha siglato l’impresa sulla Sila, centrando il secondo successo in cinque giorni, a coronamento di una fuga nata attorno al cinquantesimo dei 225 chilometri della quinta tappa della corsa rosa, 225 chilometri da Mileto a Camigliatello Silano. Il portacolori della Ineos Grenadiers è riuscito a far dimenticare la dolorosa perdita del capitano della squadra Geraint Thomas e ha sorpreso tutti. Da programma avrebbe dovuto fare da spalla a Salvatore Puccio nell’azione di giornata. Ha vinto.

La fuga di giornata

Oltre che da Ganna e Puccio, l’azione dalla distanza è stata animata dallo sloveno Jan Tratnik (Bahrain McLaren), dal norvegese Carl Fredrik Hagen (Lotto Soudal), da Valerio Conti (Uae), Edoardo Zardini (Vini Zabù), dallo spagnolo Hector Carretero (Movistar) e dal colombiano Jonathan Restrepo (Androni Sidermec). Il vantaggio massimo ha toccato i 5’, dimezzatosi sotto la spinta di Deceuninck, Sunweb e Astana all’imbocco dell’ultima asperità di giornata, il Valico di Monte Scuro: 18 chilometri al 5,6% di pendenza media, ma con punte ben superiori al 10% nel tratto centrale. Le sorti della fuga sembravano segnate. Dal drappello di testa si sono staccati prima Hagen e Restrepo, poi Conti, Puccio e Tratnik. Il medesimo destino, poco dopo, è toccato a Zardini e Carretero, superati dal belga De Gendt (Lotto Soudal) e dal colombiano della Movistar Rubio, che nel frattempo erano evasi dal plotone.

Ripreso Ganna, De Gendt e Rubio hanno provato l’allungo. Il piemontese ha proseguito con il proprio ritmo, li ha ripresi e poi li ha staccati, sfiancandoli a suon di pedalate. L’iridato della prova contro il tempo ha guadagnato 40” nel breve volgere di pochi chilometri e ha resistito al ritorno del gruppo, trainato dalla Trek Segafredo con Ciccone e Brambilla.

Prima del Gpm ha provato l’allungo un pimpante Pozzovivo, subito braccato da Fuglsang e Nibali. Ganna, a quel punto, era già lanciato in discesa, con 50” di vantaggio. La pioggia ha esaltato le sue buone doti di guida, quanto quelle di Nibali, che ha comandato le operazioni in testa al gruppo.

Almeida rafforza la leadership

Il passistone della Ineos ha tirato dritto fino all’arrivo. Si è potuto concedere il meritato lusso di alzare le braccia al cielo prima di tagliare il traguardo. Lo sprint degli inseguitori ha premiato l’austriaco della Bora Hansgrohe Konrad. Terzo di tappa il portoghese Almeida, che ha conservato la maglia rosa, conquistando anche 4" di abbuono. Invariati i distacchi tra i big, ad eccezione dell'ecuadoriano Caicedo, che si è staccato sulla salita di Monte Scuro.

Le parole di Filippo Ganna

«Non dovevo nemmeno andare in fuga – ha spiegato a fine tappa Ganna - Dovevo lavorare in supporto a Puccio, è incredibile a dirsi. Dopo 40 chilometri di scatti e controscatti in testa al gruppo, gli ho detto “mettiti alla mia ruota” e così è nata la fuga. Sono felice per me e la squadra, con questa prestazione abbiamo riscattato almeno in parte la perdita di Thomas. Nel finale mi scattavano in faccia, in salita non potevo rispondere, non è il mio terreno. Ho mantenuto la calma e, al momento opportuno, ho fatto una crono per arrivare al traguardo da solo. Ieri Geraint Thomas mi ha detto di andare in fuga, in fondo ho solo rispettato gli ordini del mio capitano, anche se ora lui purtroppo è a casa».

Oggi è in programma la sesta tappa, da Castrovillari a Matera per 188 chilometri che sulla carta favoriscono i velocisti. Prima del tratto finale - dove si affrontano brevi saliscendi che portano ai piccoli strappi dell’arrivo - fari puntati sull’unico Gpm di terza categoria a Millotta.

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