La Mappa Marsili vola a New York



NEW YORK - La storia armena "a fumetti", come in un "graphic novel", ma di tre secoli fa. Un nobile bolognese alla corte di Vienna e un erudito armeno a Istanbul: da questo incontro, nel 1691, vide la luce uno straordinario documento di cartografia antica che da sabato 22 settembre fino al 13 gennaio sarà in mostra al Metropolitan Museum di New York. Oggetto di lusso per studiosi e mercanti, la mappa del conte Luigi Ferdinando Marsili è il pezzo forte di "Armenia!", una carrellata di 1300 anni attraverso la storia di un popolo che non sempre ha avuto entità statali, ma che sempre si è riconosciuto nelle sue chiese e nei monasteri. Lunga tre metri e mezzo per 120 centimetri, la mappa è stata srotolata al centro della mostra accanto a reliquiari, codici, tessuti, arredi liturgici e modelli di chiese provenienti dall'Armenia, da Gerusalemme, Antalia nel Libano, Venezia, il Getty di Los Angeles, la Gran Bretagna, Lisbona. Preti e laici in abiti ottomani conversano davanti alla cattedrale di Etchmiadzin fondata nel quarto secolo da San Gregorio. Accanto, in verde, le cime dell'Ararat. Gregorio caccia gli idoli da Mush. Simboli indicano l'importanza delle città per la corte ottomana. Mush, dove la popolazione armena fu obliterata nel 1915 ne ha due, Erzurum in Cappadocia, teatro di massacri alla fine dell'800, tre. "Il conte Marsili ebbe una vita da romanzo", spiega all'ANSA Giacomo Nerozzi, direttore della Biblioteca Universitaria di Bologna che ha concesso il prestito: "Nel 1691 era a Istanbul e chiese ad un erudito armeno un documento sulla storia della sua terra e della sua gente. Eremia Keomiwrchean mise un'incredibile quantità di dottrina nella mappa: una rappresentazione simbolica, senza riferimenti alle distanze reali, quasi una un'enciclopedia bidimensionale della storia, cultura e religione armene". Eremia raffigurò quasi 800 siti religiosi, da Nishapur, oggi in Iran, ai monasteri della Crimea, ai maggiori centri ecclesiastici: i catolicosati di Etchmiadzin, Gandzasar, Aght'amar e Cilicia e i patriarcati di Gerusalemme e Costantinopoli. Tutti identificati tranne uno: una grande città al nord che, osserva Nerozzi, merita ulteriori ricerche. La mappa andò "smarrita" pochi anni dopo il ritorno di Marsili a Bologna. Si cercò invano a Vienna, dove il conte aveva prestato servizio. In realtà era rimasta in biblioteca, dove la riscoprì nel 1991 Gabriella Uluhogian, armenologa dell'ateneo bolognese. La mappa Marsili non è l'unico apporto italiano alla mostra sull'Armenia curata da Helen Evans, responsabile per il museo dell'arte bizantina, con l'aiuto di Constance Alchermes. Il monastero di San Lazzaro a Venezia ha prestato preziosi volumi, testimonianza di una antica storia di accoglienza quando nel 1717 la piccola isola nella Laguna fu donata dalla Serenissima a una confraternita di padri fuggiti dall'Armenia dopo l'invasione turca.









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